La «cicogna» porta un bonus più ricco e a più mamme in difficoltà. Lanno scorso il Comune non era riuscito a soddisfare il 40 per cento delle richieste, per il 2008 la giunta ha approvato nellultima seduta prima dellestate uno stanziamento pari a 1,4 milioni di euro, che portano da 260 a 300 euro al mese lassegno destinato alle mamme dal sesto mese di gravidanza fino al compimento del primo anno del bambino, e potranno riceverlo in 320 (ossia 108 in più rispetto allanno scorso), suddivise in 80 per trimestre. Il Progetto Cicogna, spiega lassessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli, è un intervento «mirato a tutelare economicamente la madre e il piccolo, sia durante il parto che dopo la nascita. Un aiuto importante che abbiamo voluto implementare sia per innalzare il numero di famiglie destinatarie sia per garantire un importo mensile più sostanzioso».
Negli ultimi anni del resto il numero delle richieste è andato progressivamente crescendo, soprattutto da parte di donne immigrate, per cui Palazzo Marino ha ritenuto necessario un rilancio. IL sostegno, è scritto nella delibera approvata dalla giunta, è «particolarmente necessario per diminuire lisolamento sociale e il rischio di aggravamento della condizione personale e della relazione con il figlio, laddove vi sia assenza o insufficienza di reti sociali di aiuto e sostegno nella relazione con il neonato».
Per ottenere lassegno, uno dei futuri genitori (o la mamma se è sola) deve presentare la domanda al Comune entro la ventesima settimana di gravidanza, con il certificato rilasciato da un ginecologo. Entrambi devono risiedere a Milano da almeno tre anni e avere un reddito Isee non superiore a 18.592,45 euro. Il «bonus cicogna» non può essere cumulato ad altri contributi già assegnati dal Comune nel triennio precedente alle famiglie con minori. Le richieste verranno inserite in graduatoria secondo il valore crescente dellIsee, e ne saranno finanziate 80 ogni tre mesi. Il contributo di 300 euro al mese verrà erogato alle mamme dalla ventisettesima settimana di gravidanza e fino ad un anno di vita del bambino, per un totale di 16 mansilità. Potrà essere interrotto per volontà dei genitori, ovviamente, per il trasferimento presso un altro Comune e nel caso di decesso del neonato.
Laiuto è fondamentale soprattutto per le mamme disoccupate o precarie. Diverso quindi, come ricorda lassessore Moioli, dal Bonus bebè che è rivolto invece alle donne lavoratrici.
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