Strada occupata dalle roulotte Rom padroni al parco Lambro

L'accampamento è cresciuto lungo cento metri di asfalto che attraversano il verde Auto e pedoni non passano più. Anche le ambulanze costrette a cambiare tragitto

«Rom Street» si trova in via Pusiano, nel cuore del parco Lambro. Una lingua d'asfalto ci circa 100 metri ormai sottratto all'uso pubblico: le auto non passano più (per questioni di spazio), i pedoni non la attraversano più (per questioni di paura).

Nella Milano del sindaco Giuliano Pisapia c'è infatti una strada che una comunità di rom ha pensato bene di requisire dal primo all'ultimo centimetro, occupando la carreggiata su entrambi i lati con una cinquantina di mezzi tra caravan, roulotte e autovetture. Qualche giorno fa perfino un'ambulanza ha dovuto battere in ritirata e i mezzi dell'Amsa sono nell'impossibilità di pulire la zona. E così la strada che confina con il l'istituto Settembrini è diventata un porcile. Inevitabile, considerato che quella via si è ormai trasformata in una vera e propria casbah dove si cucina, si lavano i panni, i bambini giocano, i cani abbaiano agli «italiani». Insomma, questo angolo di parco è diventato «zona loro»: «loro» sta per nomadi. «Vengono dalla Sicilia e molti sono pregiudicati - spiega la polizia municipale, ormai quasi rassegnata all'impotenza -. L'ultima volta che li abbiamo sgomberati, sono tornati il giorno dopo. Ed erano molti più di prima».

«La verità è che si sentono autorizzati a bivaccare lì, perché godono di una sorta di permesso ufficioso frutto della tolleranza buonista di questa amministrazione comunale», denuncia un consigliere di zona. Intanto qui, in via Pusiano, il degrado si sta estendendo ogni giorno di più con l'arrivo costante di nuove famiglie rom. Un parcheggio alle «news entry» non si nega di certo. E così, di metro in metro, Rom Street è diventata un'autostrada per soli nomadi, decisi a difendere ad ogni costo la propria «piazzola». Come sempre accade in questi casi, l'invasione è cominciata in sordina per poi diventare inarrestabile. Ora la situazione è fuori controllo in termini di sicurezza e di igiene. Pensate infatti a decine di famiglie che usano la via come un'enorme latrina a cielo aperto. Vicinissimi ci sono due asili nido e diverse scuole. Per non parlare dell'escalation dei furti in appartamento.

A sviare i sospetti su di loro i rom-siciliani non ci pensano minimamente: «Sì, siamo qui per rubare. E allora? - rispondono senza alcuna vergogna -Abbiamo l'autorizzazione per stare qui e nessuno può mandarci via...». In realtà non c'è - né del resto potrebbe mai esserci - alcuna «autorizzazione» ufficiale, considerato che la carovana si è installata abusivamente e vive in perenne violazione delle leggi.

Ma i «camperisti» di Rom Street sanno che possono contare su qualcosa di meglio di un'«autorizzazione ufficiale»: hanno capito infatti che aria tira dalle parti di Palazzo Marino, convincendosi (a ragione) che, con un sindaco come Pisapia, loro non rischiano nulla; da via Pusiano - in nome dei valori politically correct dell'accoglienza e della tolleranza - non verranno cacciati neppure con le cannonate. I residenti hanno inondato il Comune di esposti. Risultato: «Tante promesse non mantenute - spiegano amaramente gli abitanti del quartiere - e l'accusa, ingiusta, di essere razzisti».

E in fondo è sempre la storia storia: chi rispetta le regole si becca l'etichetta di carnefice, mentre chi vive da fuorilegge passa per vittima. Almeno così va il mondo nella Milano della demagogia tanto cara alla sinistra.

E dire che per risolvere il problema basterebbe davvero poco, come l'installazione una sbarra con «limite di altezza» che non consenta ai camper di accedere alla strada. In pochi giorni e con una spesa minima, la via potrebbe essere «liberata» dal degrado e restituita alla civiltà.

Troppo bello per essere vero.

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