Strade come groviera: lo slalom delle auto per schivare le buche

Strade come groviera: lo slalom delle auto per schivare le buche

Fiera, piazza Giulio Cesare angolo via Tintoretto: le auto che prendono la curva larga non possono evitarla. La buca è lì, ampia e profonda. Roba da lasciarci un cerchione come minimo. «Guardi, sto distruggendo la Smart - protesta una ragazza che ogni giorno passa vicino ai cantieri di City Life - Quella non è l'unica buca, in giro ci sono vere e proprie voragini». Ci sono per strada e sui marciapiedi.
Nulla a confronto del tragico 2010, l'anno in cui è stato raggiunto il maggior numero di segnalazioni, ma i crateri nell'asfalto sono ancora una minaccia quotidiana. A lamentarsi sono soprattutto i motociclisti. Per chi gira in scooter certi tratti sono gimkane a ostacoli. «L'altro giorno stavo per cadere in via Cappucci - denuncia Marco, casco sottobraccio - Per evitare una buca in mezzo alla strada stavo rischiano di slittare sulle briciole di catrame lì attorno».
Chi si accorge all'ultimo secondo della buca e curva di scatto rischia altrettanto grosso, soprattutto nel traffico di punta. Le segnalazioni arrivano da più parti di Milano, dal centro come dalla periferia: buche in viale Cassala, in via Melchiorre Gioia, in viale Monza. E ancora in via Pallavicini, in viale Umbria. Insomma, nelle vie più trafficate. La «black list» dell'asfalto sgretolato e sprofondato prosegue con via Segantini, via Mascheroni, via Calabiana, viale Misurata.
L'asfalto ha ceduto anche su parecchi marciapiedi e, va bene il freddo, va bene la neve, ma il rischio di slogarsi una caviglia o di scivolare in bicicletta sta diventando un po' troppo alto. I livelli delle lamentele non sono ancora al di sotto della «soglia di allarme» (il Codacons ne registra una decina al mese) ma basta fare un giro per le vie di Milano per rendersi contro che chi si lamenta non esagera affatto.
Il suolo ha ceduto anche attorno ai tombini, che sembrano letteralmente sprofondati nel terreno, e attorno alle rotaie dei tram, dove si è sollevato in crepe insidiose, soprattutto quando piove. «Sembra che le strade si sbriciolino appena il termometro sfiora lo zero - nota Elena, avvocato, 44 anni - Ormai cammino sempre a testa bassa, le buche sono anche sulle strisce pedonali». Alfonso, 79 anni, ha l'aria di uno di quei pensionati che si fermano a guardare i lavori del cantieri con le mani dietro la schiena. Ma la sua osservazione viene condivisa da tutti i passanti: «Mi chiedo cosa usino per tappare le buche - insorge - Credo catrame della peggior categoria possibile. Basta una pioggia per farlo saltare».
Eppure il Comune, in base ai dati forniti dall'assessorato ai Lavori pubblici, nel 2012 ha stanziato 30 milioni di euro per sistemare l'asfalto. Si tratta di risorse straordinarie da sommare ai 7 milioni di euro per gli interventi sulle carreggiate e sui marciapiedi in asfalto e pietra naturale, oltre che su cavalcavia e sottopassi.
Per le sistemazioni più urgenti, precisano a Palazzo Marino, si interviene di norma nell'arco di due o tre giorni. Nell'arco di poche ore quando il dissesto rischia di determinare condizioni di grave insicurezza per la circolazione stradale (in questo caso, la Polizia Municipale presidia l'area fino all'arrivo della ditta che esegue l'intervento).
Resta l'incognita dei materiali. Scadenti, a detta di molti. I tecnici dell'assessorato diretto da Lucia Castellano, precisano che «i controlli sono accurati, prima, durante e al termine del lavoro: vengono effettuati test di laboratorio (carotaggi) per accertare la bontà dei materiali usati, che vengono sempre certificati». Nel caso di interventi eseguiti non a regola d'arte, le ditte (che sono obbligate a versare una fidejussione) devono rifare il lavoro senza alcun costo aggiuntivo per l'amministrazione.
Tuttavia sembra che le accortezze non bastino. E la città groviera si trova a fare i conti con rattoppi fatti male e poco duraturi. Più volte il Codacons, dopo le segnalazioni dei cittadini, ha presentato esposti alla Corte dei Conti. «Aspettiamo ancora l'esito di quello depositato tre anni fa» spiegano all'associazione consumatori. Nell'attesa, arriva la proposta: utilizzare asfalto drenante anche in città, così come avviene in alcuni tratti delle autostrade. «Costa un po' di più - spiegano al Codacons - ma è molto più resistente e nel tempo rappresenta un risparmio. Inoltre è molto più sicuro.

In altri paesi in cui viene utilizzato, come ad esempio l'Olanda, gli incidenti sono calati del 30 per cento». I consumatori danno agli automobilisti il vademecum delle buche. Quando se ne trova una - spiegano - va fotografata, misurata e denunciata ai vigili.

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