Stranieri con la scabbia in fuga dal centro profughi

Undici ventenni sono scappati prima di arrivare nella struttura assistenziale Le cure avrebbero richiesto pochi giorni. La malattia si è diffusa nel Cremonese

Stranieri con la scabbia in fuga dal centro profughi

Esattamente una settimana fa, nel buio della sera, erano arrivati all'hotel Margot, a Canneto sull'Oglio, comune dell'Alto Mantovano, dove sarebbero dovuti restare in attesa di una sistemazione stabile in un'altra struttura. Sorprendentemente il mattino successivo sono fuggiti dalla porta che collega il bar e la piscina dell'albergo. I carabinieri li avevano cercati nelle campagne, ma senza risultato. Scomparsi, spariti. Portandosi dietro un fardello pesante e, soprattutto, pericoloso: la scabbia. Sì, gli undici profughi libici - tutti ragazzi sui vent'anni - dopo le peripezie di un viaggio lunghissimo, durante il quale «fare toilette» avrebbe rappresentato solo un pericolo in più, un modo per uscire dall'ombra in situazioni di totale insicurezza, a contatto per settimane l'uno con l'altro, avevano contratto un'infezione che deriva proprio da una convivenza forzata e da una pulizia non accurata. Giovani richiedenti asilo, facce spaurite, occhioni lucidi, abiti logori e maleodoranti. Un habitat ideale per l'acaro Sarcoptes scabiei , che s'infila sotto la pelle del soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico seguito da eruzioni cutanee. E per farlo sparire a volte non bastano cure pesanti a base di dosi massicce di antistaminici.

Una volta arrivati a Canneto qualcuno ha capito che quei ragazzi erano malati. Così un farmacista era stato contattato (ma da chi?) per preparare delle pomate: sembra che il picco della malattia, già in fase avanzata, fosse già passato e secondo chi li ha visti sarebbe bastato un trattamento di pochi giorni per curarli. Tuttavia il sindaco della località, Raffaella Zecchina, che ha parlato con uno dei due quotidiani locali La Gazzetta di Mantova, ha ammesso che, contrariamente ad altri episodi simili, stavolta non era stata avvertita dell'arrivo di quegli undici profughi. E, secondo le nostre verifiche, anche l'Asl di Mantova sarebbe stata coinvolta quando ormai era troppo tardi e i profughi non c'erano più.

Il giorno prima della scomparsa degli undici profughi da Canneto sull'Oglio si è saputo che la scabbia si era diffusa in una scuola di San Giovanni in Croce, nel Cremonese. Dove una ragazzina di origini straniere avrebbe per prima accusato i sintomi, cominciando a grattarsi e manifestando squame cutanee sul corpo. Purtroppo il parassita si è spontaneamente propagato ai compagni di classe, coinvolgendone almeno sei o sette, nonostante inizialmente il caso fosse stato bollato come non preoccupante. Naturalmente i responsabili scolastici hanno dato l'allarme, segnalando il problema sia al medico che agli uffici competenti e mantenendo la notizia riservata per non creare situazioni di panico ed eccessiva preoccupazione.

Si era diffusa quindi la voce - ma il condizionale è d'obbligo - che due dei profughi fuggiti dalla provincia di Mantova siano arrivati proprio nel Cremonese e quindi messi in quarantena con i ragazzini contagiati.

Se è vero resta comunque il dramma di 9 giovani che non

parlano l'italiano, che vagano per la Lombardia senza sapere che quel prurito e le eruzioni cutanee di cui soffrono sono i sintomi di una malattia infettiva che non provoca la morte ma che è meglio curare il prima possibile.

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