Alberto Giannoni
Candidato sindaco di tutto il centrodestra e leader di un movimento nuovo. Stefano Parisi non arretra di un centimetro sul doppio ruolo che gli ha riservato la politica, scelta da poco più di sei mesi. Con un'assemblea al teatro San Carlo, il manager ha lanciato il piano per il radicamento del suo partito, Energie per l'Italia. Ma nello stesso tempo ha provato a rilanciare il suo profilo di capo dell'opposizione civico-politica all'amministrazione comunale guidata dal Pd. «A gennaio - ha annunciato - faremo una Convenzione per Milano, sarà uno stimolo forte per la giunta perché l'agenda di Sala non era adatta per affrontare i problemi di Milano. Faremo il punto sulle attività della giunta». « Un'opposizione seria - ha aggiunto - parla anche con la gente e non solo in Consiglio comunale».
Ieri ad ascoltarlo in platea c'erano quattro consiglieri comunali: Manfredi Palmeri, già candidato sindaco del «Terzo polo», il popolare Matteo Forte, Luigi Amicone e Fabrizio De Pasquale di Fi: «Spero che Parisi sia una risorsa per le primarie e spero che si facciano le primarie. Non mi entusiasma l'idea di un partito» ha detto De Pasquale.
Parisi è partito con un pronostico non molto incoraggiante a febbraio e a giugno è arrivato a un passo dalla vittoria, con quello che, ha rivendicato, è stato «il miglior risultato del centrodestra in Italia, con un programma condiviso». Il «fatturato» politico della sua avventura milanese è rilevante: una coalizione unita che teneva dentro il centro - con la sua lista civica e la «Milano popolare» animata dagli Ncd - e comprendeva anche la Lega e la destra di Fratelli d'Italia. L'avventura elettorale conclusa a giugno resta centrale per Parisi: «A Milano - ha detto ieri - c'è stato un confronto civile, e i 5 Stelle hanno fatto il 10%. E anche nella nostra coalizione i risultati sono stati molto interessanti» ha annotato, riferendosi al dato di Forza Italia, di gran lunga superiore a quello della Lega.
Ma, riservando al suo impegno nazionale le considerazioni più politiche, è sul programma che ha puntato il Parisi consigliere comunale, smascherando quella che è la linea dei primi cinque mesi della giunta di Beppe Sala e del suo centrosinistra: «Avevano un'agenda ma era inadeguata - ha spiegato - appena sono passati ai fatti si sono accorti che non era l'agenda giusta». «Si sono accorti che era sbagliata - ha proseguito - e affrettatamente, ma in modo confuso, stanno venendo sulla nostra».
I temi su cui Parisi ha registrato questo «slittamento» sono noti, sono i temi più urgenti e delicati della politica a Milano: «Sicurezza, moschee, scali ferroviari. Io non sono arrabbiato che Sala faccia le cose che dicevo io - ha sorriso - io voglio il bene di Milano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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