Nonostante la crisi. Nonostante la DomenicAspasso. Nonostante la fiera di Dusseldorf appena una settimana prima. Nonostante tutto (e non era poco) il Micam, la fiera della calzatura che ha appena chiuso i battenti, non dà cenni di tentennamento. Tutt'altro. Chiude con 41.085 visitatori, di cui 20.584 stranieri e 20.501 stranieri. Dimostrando che ormai è diventato un punto di riferimento a livello mondiale. Insomma per chi si occupa di calzature sia che si tratti di una catena americana come Bloomberg, oppure il negozio di una delle nostre province, la fiera milanese è un punto fermo che sfida con successo anche inconvenienti non di poco conto come appunto il blocco totale del traffico proprio il giorno della sua inaugurazione. Soddisfazione da parte di Fabio Aromatici direttore di Anci (l'associazione dei calzaturifici) e di Micam che sottolinea come addirittura quest'anno la fiera abbia attirato nuovi clienti. Sulla bilancia finale c'è da togliere un migliaia circa di clienti che non sono riusciti a venire per colpa del blocco del traffico. Ma a sopperire questa volta c'è stato il mercato straniero, sempre molto attratto dalla produzione italiana. «Il numero degli stranieri ha infatti ormai superato quello degli italiani - ha commentato Cleto Sagripanti, presidente di Anci». E nello specifico come sottolinea Aromatici se da una parte non stupisce ormai più la conferma dell'interesse da parte di paesi come la Cina, viene registrato invece un incremento di interesse da parte da parte di altri paesi asiatici. Come il Giappone, ad esempio «ma si è avuta anche la conferma della Corea del Sud e anche dell'Indonesia». Dall'Asia all'Europa con parecchi compratori russi e dall'Ucraina ma anche dai paesi dell'Europa centrale che si sono affiancati agli americani delle grosse catene strutturate. Non solo. «In questa edizione abbiamo registrato che anche le aziende di medie dimensioni presenti in fiera sono riuscite a farsi spazio andando a prendere una grossa fetta del mercato che fino a un anno e mezzo era occupato solo da aziende più strutturate», ha fatto notare Aromatici evidenziando che dei 1573 espositori, 600 solo sono stranieri ma il migliaio di italiani comprende soprattutto la media impresa.
Tutto questo sfidando appunto il blocco del traffico domenicale che ha impedito soprattutto «ai dettaglianti italiani di sfruttare il loro giorno di chiusura» per arrivare a Rho. Sfidando anche la concorrenza con l'esposizione di Dusseldorf una fiera analoga che si tiene appena una settimana prima e che solitamente attrae il mercato del nord Europa.
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