Sulla via della Franciacorta tra monasteri e bollicine

Gli itinerari riprendono sulle colline che circondano il Lago d'Iseo, terra di battaglie, scrittori e grandi brut

Roberto Perrone

C'è sempre un buon motivo per andare in Franciacorta. La bellezza del luogo, la dolcezza delle colline, i vigneti che le ricoprono, i suoi borghi antichi, la cucina e, naturalmente, dal 1967, il vino, le famose «bollicine», primo vino italiano, nel 1995, a ottenere la denominazione d'origine controllata. Oggi solo «denominazione Franciacorta». Affacciata sulle sponde del lago d'Iseo, l'area della Franciacorta raccoglie 19 comuni della provincia di Brescia su una superficie di 20 mila ettari. C'è sempre un buon motivo, e chi ha mancato il «Festival Franciacorta in cantina» che è andato in scena il passato weekend, può sperimentare la gradevolezza di questa terra aprendo personalmente le porte di cantine e paesi, musei e pievi, monasteri e castelli, ristoranti e aziende agricole.

Chi vuole imboccare la strada franciacortina del viaggiatore goloso, ora o più in là, si armi di appetito e curiosità ci segua in questa incursione.

Erbusco è la nostra porta d'ingresso. Di prima mattina arrivano profumi dalla Pasticceria Roberto, uno dei migliori bar d'Italia per il Gambero Rosso. Colazione con un buon caffè (Giamaica di Gianni Frasi, per intenditori) una brioche (quindici diverse preparazioni), una fetta di torta, un panino. Il borgo medievale regala scorci affascinanti ed edifici come Pieve di Santa Maria Assunta, del XIII secolo, splendido esempio di tardo romanico lombardo con influssi gotici. Notevole il patrimonio artistico, tra cui alcuni affreschi di grande pregio: Madonna in trono col Bambino, Annunciazione, Sant'Orsola e le Vergini.

Salendo per via Vittorio Emanuele, sulla collina ecco l'Albereta, splendido Resort voluto da Vittorio Moretti. Qui si ci rilassa e ci si rimette in forma. In tutti i sensi, anche gastronomicamente. Il ristorante Leone Felice e il bistrot Vistalago, di nome e di fatto, sono governati dallo chef Fabio Abbatista. Al Leone interpreta i grandi prodotti (risotto ai funghi porcini, menta e fava tonka), al bistrot esalta la grande tradizione (costoletta di vitello alla milanese). Da qualche mese, nel parco, è aperta la Filiale, sfogo al Nord di Franco Pepe uno dei maestri della nuova pizza italiana. In provincia di Brescia la pizza va forte.

Lo spirito è debole e la tentazione tanta. A Torbato di Adro Polastri Maceler offre il meglio della norcineria franciacortina. Il salame bresciano è meno noto di altri, ma non meno buono. Soprattutto nella sua versione Ret, un salame crudo molto particolare: carne, esclusivamente dalla coscia, tagliata grossolanamente a coltello e insaccata con aglio, rosmarino, salvia e Franciacorta. Stagionato a lungo, è una delizia. Il Franciacorta finisce un po' ovunque. Il lardo, ad esempio, è stagionato in conca col vino.

Il salume, inevitabilmente, chiama il formaggio, ahinoi. E la Franciacorta è anche terra di ottimi formaggi. A Rodengo Saiano il caseificio Cascina La Benedetta induce a peccare di gola: con la izalina, formaggio a pasta filata con speck, affumicato con potature di vite di Franciacorta e/o con la caciottella di Rodengo, a fette sottili sul pane abbrustolito. A Nigoline di Corte Franca il Palazzo Torri è una splendida villa del Seicento rinnovata con arredi e decori barocchi. Qui Paolina Calegari Torri e il marito Alessandro riunirono un cenacolo culturale frequentato da poeti, scrittori e intellettuali, tra cui Carducci e Fogazzaro. Nella piazza di Paderno Franciacorta si erge l'antico castello Oldofredi, teatro di tante battaglie e anche di orrori come il massacro operato dalle truppe francesi, dirette al Sacco di Brescia, nel 1512. Fra' Innocenzo Casari del convento di S. Giovanni fu testimone delle violenze: Donne e uomini scannarono e condussero in prigione, in maniera che non vi rimasero che 52 abitanti d'ambo i sessi. La storia mette tristezza? Ci si ritempra all'Enoteca Liquorificio Frati di Rovato, con le sue 2.000 etichette e la sua produzione artigianale di distillati. Sulla via del ritorno tappa alla Chiesa parrocchiale di Cologne per gli interessanti affreschi del Teosa.

Prima di avviarci verso Milano, un certo languore impone la fermata a Palazzolo, al Fienile, pizzeria gourmet (con molti presidi Slow Food) di Paolo Ghidini. Non è propriamente Franciacorta, però si mangia e si beve benissimo.

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