
Ammonta a 60 milioni il fondo previsto dalla legge di Bilancio per incominciare ad «alleggerire» il superticket della sanità. Alcuni giorni fa lo ha annunciato ufficialmente anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Sono convinta - ha dichiarato - che nel giro di due tre legislature si possa azzerare la spesa, che pesa per circa 500 milioni su un totale di circa 113 miliardi».
Ottimo auspicio quello formulato dal governo, ma la semplice riduzione del superticket, da altri punti di vista, è un'occasione persa. Per esempio dal punto di vista della Regione Lombardia che si è impegnata per cancellarlo. «La rimodulazione del superticket nella manovra? Avevamo detto che sarebbe stato eliminato, invece è rimasto. La rimodulazione quindi è un eufemismo per dire che non ce l'hanno fatta. Peccato», dice il governatore Roberto Maroni. L'azzeramento del superticket faceva parte del programma elettorale del centrodestra regionale, che in sede di bilancio ha anche approvato una norma contenente il taglio. Il problema è che una legge nazionale stabilisce che il gettito debba restare uguale. «Noi riduciamo il ticket e recuperiamo le risorse dall'efficientamento del sistema risparmiando su altre voci» era il ragionamento fatto al Pirellone.
Il governo però ha impugnato la legge di bilancio e la Regione Lombardia, anche per ragioni di responsabilità contabile si è vista costretta a ritirare la delibera con cui dimezzava il tetto massimo dei superticket da 30 a 15 euro. Tutto da (ri)fare.