Una settimana fa aveva aperto il fuoco Pierluigi Mantini. Definendo l’operazione-derivati orchestrata da Bruno Tabacci «frettolosa, incoerente, approssimativa». E si riferiva all’assessore al Bilancio - suo alleato nel Terzo polo - come un «avvocato d’affari». Ieri sul Giornale a sparare contro Tabacci è stato il coordinatore regionale uscente. Savino Pezzotta, che sabato al congresso lombardo dovrebbe passare la guida al candidato in pole Christian Campiotti, ha criticato la giunta Pisapia e si è smarcato dall’assessore centrista: «Se pensano di avere Tabacci come esponente del Terzo polo si sbagliano, è in giunta a titolo personale». Parole più pesanti dette dall’ex segretario Cisl, uno dei centristi più rivolti a sinistra. E Tabacci ha sbottato. «Leggo di Pezzotta, del Terzo Polo e della mia presenza nella giunta Pisapia a titolo personale, come peraltro aveva già detto Mantini sui derivati - ha commentato ieri -. Non meriterebbero risposta perchè vi è un’eccessiva personalizzazione, ma se proprio devo farlo, confesso di essere molto orgoglioso di questa presenza singolare nella giunta Pisapia». Cosa voglia «chi si dichiara rappresentante del Terzo Polo a Milano è difficile capirlo. Mi sorprende che persino Casini sostenga che bisogna andare oltre il Terzo Polo. Io ci sono da tempo». Ha replicato anche al capogruppo leghista. Ieri Matteo Salvini ha bocciato l’ipotesi di vendere un altro 25% di Sea e ha paragonato Tabacci al premier Mario Monti («è in quella posizione perché risponde, ubbidisce ed esegue quello che gli viene suggerito, se non ordinato, in alcuni potenti palazzi neppure tanto milanesi»). «Non posso che ringraziarlo per avermi accostato a Monti» assicura Tabacci. Ma Salvini si domanda «cosa pensino gli elettori di sinistra, visto che è il braccio destro di Pisapia, gestisce il portafogli dei milanesi e non ha preso un solo voto. Non si è candidato, ma sosteneva la corsa a sindaco di Manfredi Palmeri».
Tabacci è già oltre? «Forse confonde oltre con altro» ironizza proprio Palmeri. Sembrano lontani anni luce le sue dichiarazioni a fine 2010, quando Tabacci lanciava il terzo polo, «bisogna offrire a Milano una proposta politica capace di contrastare il berlusconismo senza cadere nel vendolismo». Qualche colonnello centrista sottolinea che ora l’ex Dc dialoga «meglio col popolo arancione che con i partiti del centro e lo stesso Pd». Palmeri si limita a sottolineare che la presenza di Tabacci a titolo personale nella giuntaè quanto «hanno ribadito ai congressi i partiti del terzo polo e soprattutto i milanesi, davanti ai quali ci siamo proposti come alternativa alla sinistra, per ragioni che si dimostrano ancora valide e semmai più forti». Sabato al congresso all’Hotel Michelangelo sarà presente anche il leader Pierferdinando Casini. A lui e a Gianfranco Fini il coordinatore lombardo di Fli Giuseppe Valditara e quello provinciale dell’Udc Alessandro Sancino hanno appena lanciato un appello: «Accelerare la creazione di un nuovo soggetto politico che vada oltre gli equilibri politici esistenti e riesca a riunire i moderati riformisti». Sancino conferma la «stima a Tabacci», ma «il rapporto del terzo polo con Pisapia non si esaurisce con la sua presenza in giunta. C’è una scomposizione in atto. Se il sindaco in Comune e Formigoni in Regione vogliono aprire un confronto politico, forse è l’ora di un esame sui programmi che ci porti a una ricomposizione in un senso o nell’altro». Più tranchant Mantini: «Tabacci non è oltre, è fuori.
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