Tangenti e appalti Expo. Dalla Corte dei conti arriva un'altra tegola

I magistrati contabili sono pronti a inviare la contestazione a un manager della società

Tangenti e  appalti Expo. Dalla Corte dei conti arriva un'altra tegola

«Sulla gestione della società Expo 2015, e sugli appalti affidati dalla medesima società direttamente o indirettamente, nella qualità di stazione appaltante, è in corso di deposito un ulteriore atto di citazione». Al netto del burocratese: è in arrivo dalla Corte dei conti un'altra tegola su Expo. Non solo. «Sono in corso di svolgimento - ha spiegato il procuratore regionale della Corte, Salvatore Pilato, nella relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario - molteplici attività di approfondimento istruttorio», che andranno avanti per tutto il 2017.

Il nuovo «atto di citazione» della Procura regionale sarà spedito all'ex manager della società Antonio Acerbo, già coinvolto nelle vicende giudiziarie penali insieme ad Angelo Paris. Lo stesso Paris ha ricevuto pochi giorni fa dai magistrati contabili la contestazione per un danno erariale (all'immagine e «da tangente») procurato ad Expo di oltre un milione di euro. Sul fronte penale Paris ha patteggiato nel 2014 una pena a più di due anni e mezzo nell'ambito del processo sugli appalti per le «Architetture di servizio». L'atto che riguarda Acerbo sarebbe invece relativo all'inchiesta penale sulle cosiddette «Vie d'acqua». All'ex subcommissario di Expo (ha patteggiato tre anni) è già stato notificato l'avviso, ora potrà presentare le proprie considerazioni, poi la Procura contabile deciderà se depositare appunto l'atto di citazione: una sorta di richiesta di rinvio a giudizio. Non è nota l'entità della cifra contestata.

Alla cerimonia di ieri erano presenti, tra le altre autorità, il neo prefetto Luciana Lamorgese, il sindaco Giuseppe Sala, il governatore Roberto Maroni e il procuratore generale presso la Corte d'appello del Tribunale Roberto Alfonso. Pilato ha sottolineato come l'attività istruttoria dei suoi uffici su Expo procede sia appunto in modo «conseguenziale» rispetto all'azione penale, sia in modo «complementare» e autonomo. Se la prima fase è quasi conclusa, la seconda è in pieno sviluppo anche grazie alla collaborazione con l'Anac. In questo senso le indagini («carotaggi», nelle parole di Pilato) della Procura contabile sono in corso anche sulla vicenda, sollevata di recente dall'Autorità anti corruzione, dell'appalto da 16 milioni di fondi Expo stanziati dal Comune per servizi telematici e infrastrutture informatiche al Tribunale.

Infine il bilancio dell'anno appena trascorso. I settori su cui la Corte dei conti si è concentrata sono le quote latte, con una quantificazione dei danni erariali in oltre 117 milioni. I casi di rimborsi illegittimi incassati dai gruppi consiliari della Regione, con più di 1,1 milione risarcito dai responsabili. I sequestri per 1,7 milioni in relazione all'«Operazione Smile», l'inchiesta sull'affidamento delle prestazioni dentistiche di alcuni ospedali. Particolare attenzione è stata dedicata, nel campo sanitario ma non solo, alle «situazioni di incompatibilità e di conflitto di interesse nell'esercizio non autorizzato di attività professionali extra-lavorative».

Cioè alle violazioni contrattuali dei professionisti che svolgono attività parallele nelle sedi di lavoro, allungando le liste d'attesa. In totale nel 2016 la sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Lombardia ha emesso condanne per 4,2 milioni, come ha riportato nella propria relazione il presidente Silvano Di Salvo.

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