Cronaca locale

Tasse cresciute del 264% Lo stop degli industriali

Assolombarda chiede ai candidati un freno dopo Pisapia Parisi ricorda a Sala: «Senza la Moratti non saresti qui»

Chiara Campo

Gli industriali vogliono «giocare a testa alta in premier League». Chiedono a Milano di non arretrare di un passo, ma scalare le classifiche europee su sviluppo digitale, ricerca, arte, mobilità. E lo chiedono ai futuri sindaci, «che contano molto su scelte fiscali urbanistica, trafico, flussi migratori» ha spiegato il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca. Ha invitato ieri ad un confronto solo i tre che hanno più chance di vincere, Stefano Parisi per il centrodestra, Beppe Sala per il Pd e il gillino Gianluca Corrado, con buona pace per gli altri cinque in campo (il radicale Marco Cappato ha fatto un presidio di protesta davanti all'ingresso in via Pantano). Su un punto Rocca è chiarissimo: basta stangate. «Bisogna tornare d una pressione fiscale compatibile con la crescita e gli investimenti e per attrarre nuove imprese». I dati dell'effetto Pisapia parlano chiaro. Dal 2010 ad oggi le tasse del Comune hanno registrato «un tremendo aumento del 196% per un'impresa manifatturiera e del 264% per un'azienda terziaria media». Colpiscono poi i dati della burocrazia sul fatturato: fino al 4% per le piccole imprese lombarde. A Milano poi devono ricercare su 6 siti internet diversi almeno 60 servizi pioritari forniti dalla pubblica amministrazione. Altri numeri interessanti: perdiamo 52 ore nel traffico, la qualità dell'aria è peggiore i città come Lione, Baviera e Stoccarda, il 40% della disoccupazione giovanile è dovuta alla divergenza tra profili richiesti e competenza scolastica («ci sono troppi corsi di laurea e pochi corsi professionali di due-tre anni» incita Rocca). Tra le richieste di Assolombarda: valorizzazione delle aree Expo, all'interno di un garnde progetto che da Porta Nuova alla Bovisa all'ex sito realizzi «un nuovo asse dell'innovazione». Valorizzare l'area dell'Ortomercato «passata sostanzialmente indenne attraverso un semestre in cui Milano è stata capitale mondiale dell'alimentazione», una frecciata alla giunta Pisapia che non ha colto il tema Expo. Ancora: bigliettazione unica per la rete di trasporti della città metropolitana (da Atm a Trenord), investimenti sulle colonnine per la ricarica elettrica, rilancio degli aeroporti con più collegamenti internazionali.

Corrado ammette che oggi «un professionista non può usare solo i mezzi se ha una decina di appuntamenti al giorno in città, io non ci riesco». ma la prospettiva è zero auto a benzina e gasolio. Sul sito Expo «un polo tecnologico e industriale che punti anche sulla ricerca contro lo smog» e «verde attrezzato sul 65% degli ex scali ferroviari». Contesta i «10 milioni spesi in consulenze dalla giunta Pisapia». Per Sala «bisogna disinvestire parte del patrimonio per mettere mano alle periferie o diventeranno come le banlieu parigine». Ma rimane soprattutto il match tra Sala e Parisi su Letizia Moratti. Il manager di centrodestra nel suo intervento ha contestato il tempo perso dalla giunta Pisapia sul post Expo, «in 5 anni non hanno deciso cosa fare a chiusura dell'evento, colpa della sinistra radicale». Ribatte Sala che «dovevano pensarci prima la Moratti e Formigoni, ma quei due litigavano sempre», E Parisi gli ricorda prontamente che «Letizia ha conquistato Expo con le unghie e con i denti, ha dato qualsiasi cosa, ti ha nominato suo city manager e poi ad della società. Senza la Motatti, tu non saresti neanche qui. Non facciamo degenerare la politica».

La platea conferma con gli applausi.

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