Tasse, Expo e lavoro Maroni chiede a Renzi di pensare «lumbard»

Tasse, Expo e lavoro Maroni chiede a Renzi di pensare «lumbard»

«Se non arriva un miliardo dal governo, in Lombardia mille lavoratori saranno licenziati». È il grido d'allarme lanciato a Palazzo Chigi da Roberto Maroni, dopo l'incontro tra il premier, Matteo Renzi e i presidenti delle Regioni, guidati da Vasco Errani. La preoccupazione riguarda il finanziamento della Cig, la cassa integrazione in deroga. Non è l'unico punto nel cahier de doléances di Maroni al governo. «Inadempienze sull'Expo» attacca il governatore: molti i finanziamenti mancanti. E «nessun passo avanti sul patto di stabilità» che blocca i Comuni virtuosi e ostacola gli interventi della Regione.
Maroni, nel corso dell'incontro sulle riforme, ha presentato a Renzi un orgoglioso dossier Lombardia, che rivendica la virtuosità della Regione. Metodo innovativo: niente carta ma una chiavetta usb per il premier, «così non avrà scuse» e potrà consultare i file dove preferisce. La scelta dei temi ha scatenato le polemiche del Pd. «Il testo del governo sulle riforme va migliorato, ma non accettiamo le strumentalizzazioni di Maroni che mischia riforme, macroregione ed Expo» dice il segretario lombardo, Alessandro Alfieri.
Sei le richieste principali della Regione al governo.
Tasse. Poter mantenere sul territorio, entro il 2018, il 75% del gettito tributario versato dai contribuenti lombardi. Al momento “torna” in Lombardia il 66% delle tasse versate. Secondo dati del ministero dell'Economia, gli importi pro capite della spesa statale destinati alla Lombardia sono tra i più bassi d'Italia. E invece il gettito pro capite lombardo nel 2010 ha superato i 1.500 euro annui, contro la media italiana di 1230 euro. Il residuo fiscale, a quota 6mila euro l'anno pro capite, è il più alto d'Italia (è la differenza tra tutte le entrate, fiscali e di altra natura, che le amministrazioni pubbliche prelevano da un territorio e le risorse che in quel territorio vengono spese).
Patto di stabilità. La Regione chiede di cancellarlo, perché penalizza gli enti locali in equilibrio di bilancio, in altre parole i Comuni virtuosi. Le risorse sottratte ai Comuni lombardi - secondo i dati della Regione - superano gli 8 miliardi. Inoltre, la Lombardia chiede l'attuazione della regionalizzazione del patto di stabilità integrato (introdotto dalla finanziaria), che prevede una maggiore flessibilità regionale, sia orizzontale (con compensazioni tra Comuni diversi) che verticale (con deroghe concesse dalla Regione a singoli enti locali).
Expo. Gli interventi urgenti e immediati necessari per le infrastrutture ammontano a 1.623 milioni di euro. A questa somma vanno aggiunti altri 615 milioni, dei quali 500 milioni per la deroga al patto e 60 milioni per coprire la quota lasciata dall Provincia.
Frontalieri. Il referendum che chiude le porte ai lavoratori non svizzeri ha sconvolto gli equilibri. La Regione chiede al governo di sostenere una Zona economica speciale (Zes) con una fiscalità di vantaggio nell'area di confine con il Canton Ticino. Il modello è la zona speciale di Gioia Tauro, in Calabria. Inoltre la Regione chiede di partecipare al tavolo delle trattative con la Svizzera per stabilire le quote di lavoratori autorizzati a lavorare in Svizzera.
Cassa integrazione.

La Regione chiede fondi per finanziare le numerose richieste: per il primo trimestre 2014 sono già state presentate 6mila domande, per oltre 100 milioni di euro. Nel 2013 ne erano state presentate oltre 28mila, per quasi 700 milioni.
Macroregione alpina. Si chiede di sostenere il riconoscimento nell'Ue dell'area alpina che coinvolge 46 regioni.

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