Sono i milanesi i più tar-tassati dItalia, ancora primi nella classifica meno ambita. Dietro di loro i residenti di Pavia, Roma e Bologna. In fondo, distanziate anni luce, Messina, Ragusa ed Enna in compagnia di tutti le altre città capoluogo della Sicilia con linserimento di Sassari. Questo scorrendo la graduatoria degli esperti della Cgia, lassociazione artigiani e piccole imprese di Mestre nel suo periodico studio. Unaltra testimonianza, ce ne fosse stato ancora bisogno, che i miracoli li faceva solo Gesù e che i bilanci sono in ordine quando i cittadini pagano le tasse. Anche quelle locali, in aggiunta alla dichiarazione dei redditi. E quindi per i Comuni lIci, solo per chi ce lha laddizionale comunale Irpef e la tariffa per lasporto dei rifiuti urbani. A beneficio della Provincia, invece, limposta sulla Rc auto, laddizionale sulla bolletta dellEnel e nellimposta di trascrizione. La Regione, infine, riscuote lIrap, la compartecipazione dellIva, laddizionale regionale sullIrpef e la compartecipazione sulle accise della benzina. A far di conto sono il 55,8 per cento i contributi regionali, il 38,5 quelli comunali e appena il 5,6 quelli provinciali. Il totale? Un vero e proprio salasso che, per la media nazionale, sfiora i 1.500 euro allanno (1.469 per lesattezza). Ovvero lo stipendio mensile di un impiegato di alto livello. Ma non è tutto, visto che a Milano il prelievo di euro supera i 2mila (2.0169). Così ripartiti: 828 al Comune, 90 alla Provincia e 1098 alla regione. Lunica buona notizia è che la pressione tributaria a Milano è scesa di 66 euro rispetto al 2005. Un trend opposto rispetto a Pavia, la seconda in classifica dove si raggiungono ormai i 1.947 euro con un aumento di 30. A stupire, semmai, sono i dati della Roma amministrata da Walter Veltroni che insieme al compare di centrosinistra al timone della Regione Piero Marrazzo, hanno fatto lievitare i tributi a quota 1.940 euro allanno, con un incremento monstre di 166 euro rispetto al 2005. Ma, nonostante questo, il neosindaco Gianni Alemanno ha ereditato un «buco» che supererebbe gli 8 miliardi di euro.
A metà classifica Genova con 1.360 euro e 80 risparmiati rispetto a tre anni fa. Più fortunati a Enna dove si sborsano appena 647 euro. Città piccola? A Palermo, che è grande, si sale appena a 815 euro, quasi tre volte in meno rispetto a Milano. Dove, per scelta degli ultimo sindaci targati centrodestra (Gabriele Albertini e Letizia Moratti) non si paga laddizionale Irpef, non sono stati incrementati i prelievi e, in anticipo sul governo, è cominciata leliminazione dellimposta sulla prima casa. «È chiaro spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia che dove si pagano più tasse, almeno in linea teorica, i livelli dei servizi sono migliori. Inoltre, le tasse sono più alte dove il reddito è più elevato. Ma cè di più.
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