Cronaca locale

"Tavolo" sul polo riformista? Il sindaco lo apre a casa sua

Il sindaco di Milano Beppe Sala incontra per due ore Di Maio e poi Della Vedova per un polo riformista. La Lega: "Pensi ai mille bambini senza centro estivo"

"Tavolo" sul polo riformista? Il sindaco lo apre a casa sua

«Abbiamo parlato del Tribunale europeo dei brevetti, Luigi Di Maio è ministro degli Esteri...». Come no. Si sarebbero visti a Palazzo Marino. Invece Beppe Sala esce di casa intorno alle due del pomeriggio e sale veloce in auto dribblando le domande sull'incontro di oltre un'ora e mezza avuto in mattinata con il ministro che ha strappato con il Movimento 5 Stelle, ha fondato Insieme per il Futuro e corteggia Sala per la creazione di una nuovo polo al centro con chi sta nell'«area Draghi».

Al sindaco la definizione centro non piace ma anche giorni fa ha parlato della «necessità di una formazione sociale, liberal-democratica, popolare, ambientalista». E sebbene continui a ribadire che il suo posto per i prossimi anni è a Milano («sono stato rieletto da pochi mesi, non è pensabile che mi candidi in Regione o alle Politiche»), il ruolo da federatore è in corso. Come ha detto giorni fa, è inutile continuare a ragionare sulla teoria, «i soggetti interessati devono sedersi a un tavolo, confrontarsi su temi importanti come il Reddito di cittadinanza, che ha mostrato enormi falle e va profondamente riformato, e valutare se ci sono le basi».

E il «tavolo» plasticamente ieri è stato quella della sua abitazione in via Goito, in zona Brera. Di Maio è arrivato prima delle 10, l'incontro doveva rimanere riservato ma il ministro è stato «avvistato» da un genitore che aspettava la figlia sotto esame al liceo Parini e che ha rapporti con la stampa. Nelle stesse ore a Roma il premier Mario Draghi stava incontrando il leader M5S Giuseppe Conte. Di Maio ha trovato telecamere e microfoni all'uscita ma ha salutato con la mano i maturandi ed è filato via in auto senza fare commenti. I suoi hanno definito l'incontro «molto positivo». Intorno a mezzogiorno e mezza, arriva a casa del sindaco Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri e segretario nazionale di +Europa. Anche lui spiega che «era un incontro già e rimandato a oggi perchè ero di passaggio a Milano. Abbiamo parlato del Tribunale dei brevetti che sia a cuore al governo e a Milano, dopo la Brexit vogliamo portare qui la terza sede principale e periodicamente ci vediamo per aggiornarci». Tant'è. Tocca ammettere che hanno fatto anche «due chiacchiere sui temi politici», ma da +Europa e Azione arrivano subito veti incrociati su Di Maio. «Ho rispiegato a Sala quello che +Europa di Emma Bonino e Azione di Carlo Calenda stanno facendo, la federazione, un progetto liberal democratico ancorato ai liberali europei, autonomo dalle coalizione, a maggior ragione fintanto che il Pd insisterà ad avere come interlocutore principale il Movimento 5 stelle di Conte, quindi andiamo avanti sul progetto molto preciso e ne abbiamo già abbastanza». Il niet a Conte sembrerebbe un'apertura a Di Maio, con Sala nel ruolo del grande tessitore, ma Della Vedova smonta: «Non so cosa esattamente stia facendo Ipf, Sala credo sia un eccellente sindaco di questa città per il momento, poi quello che fanno altro non lo valuto e non è un tema che mi riguarda. Noi abbiamo Calenda e Bonino e abbiamo un progetto molto preciso che ha avuto qualche buon risultato alle amministrative, altri hanno profili di storia politica molto diversi. Di Maio? É il mio ministro, lavoriamo bene ma sul piano politico abbiamo sempre avuto esperienze molto, e in certi momento moltissimo, diverse. L'incontro lo stesso giorno è causale».

Ancora più netto Calenda: «Davvero mi sfugge come Sala possa anche solo pensare che un tandem con Di Maio porti qualche beneficio a lui o al Paese. Il centro come ricettacolo di ogni trasformismo non è un progetto politico ma un ufficio di collocamento. Di quelli gestiti dai navigator».

La liason Sala-Di Maio è iniziata da tempo, e a metà maggio si sono parlati a lungo nella sede dell'Onu a New York dove si trovavano entrambi in missione istituzionale. Lontani i tempi idei veleni a distanza («quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi fighetto» tuonava solo nel 2018). Oggi Sala continua a sottolineare che l'ex grillino «è maturato molto». C'è da tessere un polo riformista-ambientalista. Dialoghi in corso con un ex sindaco che ha mollato presto il Movimento, Federico Pizzarotti, o con il sindaco di Firenze Mario Nardella.

I leghisti Samuele Piscina e Deborah Giovanati intanto prendono «atto che il sindaco abbia priorità personali rispetto a quelle cittadine, ma ci sono mille famiglie in difficoltà che non sanno a chi lasciare i loro figli durante l'estate, 900 bimbi sono in lista d'attesa per il centro estivo e 183 per le Case Vacanza.

Ma Sala altri pensieri per la testa dato che ha passato la mattinata perdendo tempo con Di Maio».

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