Sono le 14 di ieri quando l'ospedale Niguarda annuncia la convocazione della commissione medico legale per l'inizio della procedura di accertamento di morte cerebrale. Alberto Famoso - il tassista 68enne aggredito domenica sera in via Morgagni durante una lite per ragioni di viabilità da un consulente informatico di 48 anni, Davide Guglielmo Righi - non c'è più. Nel reparto di neurochirurgia i famigliari non hanno mai smesso di sperare . Alle 20, dopo le sei ore di osservazione dell'attività cerebrale previste dal protocollo e la dichiarazione ufficiale di morta avvenuta, la moglie Giovanna con i figli Stefano e Federico, 37 e 34 anni, si abbracciano stretti. «Non doveva finire così, non riusciamo a rassegnarci» si fa sfuggire tra le lacrime Andrea, uno dei fratelli di Alfredo, anche lui ex tassista ora in pensione.
Vista l'età piuttosto avanzata del morto e il deterioramento fisico seguito al coma non è stato possibile l'espianto degli organi. Con la morte di Famoso, la posizione del consulente informatico si è aggravata: l'uomo adesso non risponde più di tentato omicidio bensì di omicidio volontario. Il Comune dichiara il lutto cittadinoTaxi, ultima chiamata al Comune: «Alfredo è morto, siamo a rischio»
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