Cristina Bassi
Il censimento dei contagi sale anche a Palazzo di giustizia, una sorta di città nella città che ogni giorno accoglie 7mila persone. Ieri mattina la notizia di un terzo magistrato risultato positivo al tampone per il Coronavirus. I primi due giudici che si sono ammalati, segnalati martedì, sono ricoverati al Sacco e sarebbero in via di miglioramento. Il nuovo caso è quello di un sostituto procuratore generale. Ci sarebbero verifiche su un altro sospetto contagio, questa volta in Corte d'appello.
Il sostituto pg è stato ricoverato, ma le sue condizioni sono buone. Anche il personale, magistrati e impiegati amministrativi, che ha lavorato a contatto con lui (è compreso un magistrato della Procura minorile) verrà messo in isolamento preventivo, come era accaduto con i collaboratori delle prime due toghe malate. Da quanto risulta, il magistrato era stato in vacanza ed era rientrato al lavoro lunedì, partecipando a un'udienza. Già negli scorsi giorni molti spazi del Palazzo di giustizia, che è sempre rimasto aperto al pubblico, sono stati sanificati. Ieri è toccato appunto alla Procura generale, che è stata chiusa per alcune ore. Il prefetto Renato Saccone ha però deciso, dopo aver sentito i vertici degli uffici giudiziari e il ministero della Giustizia, la sanificazione straordinaria dell'intero edificio. Che quindi resterà chiuso nel fine settimana. Saranno garantiti i servizi minimi essenziali. L'intervento dei tecnici della disinfezione riguarderà tutti i corridoi, le aule, gli uffici, le cancellerie dei sette piani del palazzo. Il procuratore Francesco Greco ha chiesto con una mail a magistrati e personale di svuotare il più possibile le proprie stanze per agevolare le operazioni. Il procuratore generale facente funzioni Nunzia Gatto invece ha autorizzato con un disposizione tutti «i magistrati dell'ufficio che non abbiano impegni di udienze e che non abbiano turni di presenza a svolgere lo smart working». Ieri ha inoltre raccomandato al personale amministrativo di lasciare l'ufficio, a eccezione di un «presidio» per i servizi essenziali, in particolare quelli che riguardano persone detenute.
Ieri il palazzo si è quasi completamente svuotato. Persino la sala stampa, con i giornalisti che fin qui hanno continuato a documentare l'emergenza, nel pomeriggio era deserta. Le udienze stanno andando avanti, ma a regime ridotto e rispettando le distanze di sicurezza. Quelle non urgenti sono sospese, sia nel civile sia nel penale, da mercoledì. Le attività amministrative e quelle dei servizi al pubblico sono svolte il più possibile per via telematica.
Le pratiche di solito sbrigate dagli uffici che sono rimasti chiusi sono passate agli sportelli dell'Urp dotati di vetro protettivo nell'atrio principale, dove ieri si sono formate lunghe code con alcune proteste. Per quanto riguarda la Procura, da alcuni giorni gli accessi sono molto limitati, visto che è possibile parlare con i pm solo se è urgente e solo su appuntamento.
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