La «tifosa» di Cofferati? Renzi non si fida di Pisapia

Il segretario Pd ancora tiepido sul nome della Balzani La vicesindaco dovrebbe cercare il ticket con Majorino

Ci aveva già provato ad agosto. Nei giorni scorsi Giuliano Pisapia ha riproposto sul tavolo a Matteo Renzi la candidatura di Francesca Balzani, entrata in giunta a metà mandato come assessore al Bilancio, quando Bruno Tabacci lasciò la poltrona di Palazzo Marino per quella più comoda del Parlamento, e promossa vicesindaco dopo le turbolente dimissioni di Ada Lucia De Cesaris lo scorso luglio. In quei giorni Pisapia ha trovato subito la convergenza sul suo nome tra gli alleati, da Rifondazione a Sel passando (ovviamente) per i Democratici di cui Balzani è esponente indipendente (non ha la tessera del partito). Si dice da tempo che al sindaco piacerebbe una candidatura al femminile, e a quanto pare considera la ex europarlamentare e già assessore al Bilancio nel Comune di Genova, non solo la donna adatta a risolvere le «grandi emergenze» della macchina comunale, ma anche a riunire una sinistra che sta andando perdendo pezzi. Piace ai coordinatori dei comitati arancioni, a Basilio Rizzo che è esponente di punta di quella federazione della sinistra che ha appena rotto l'alleanza del 2011, ai vendoliani che si sono già esposti a sostegno dell'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, ma virerebbero volentieri se i due si mettessero d'accordo su un ticket per le Comunali. Ipotesi possibile? Se Pisapia fosse pronto a schierarsi per la sua vice, presentandola come la «delfina», probabilmente sì. In ambienti dem si raccolgono commenti più tiepidi. Da chi semplicemente sostiene che è rimasta troppo in penombra in questi anni, non è conosciuta tra i milanesi e la campagna di questo passo sarà breve (la parola d'ordine sulle primarie è ancora «avanti piano»), rischia di essere una candidatura debole. Ma soprattutto Renzi avrebbe forti dubbi sull'opportunità di giocarsi la partita di Milano con un'esponente che se non si può definire anti-renziana, poco ci manca. Ha buone amicizie tra i suoi fedelissimi, tra questi c'è Debora Serracchiani. Ma il premier-segretario non dimentica. Alle primarie del centrosinistra in Regione Liguria un anno fa la Balzani aveva fatto campagna per Sergio Cofferati, l'ex sindacalista rosso, contro Raffaella Paita, la candidata del Pd che è stata poi travolta ai voti dal centrodestra. Su una poltrona che Renzi considerava blindata si è seduto alla fine il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti. Uno smacco che (in parte) il segretario attribuisce al ruolo avuto da Cofferati. E resta inteso che, piaccia o meno a Pisapia, il premier continua ad attendere la parola definitiva del commissario Expo Giuseppe Sala. Sarebbe pronto anche a rompere con Sel ed evitare le primarie, se arrivasse la disponibilità del manager.

Gli avvisi lanciati dai candidati già in campo sono diventati quasi un disco rotto. «Oggi sui giornali ci risiamo - ha scritto ieri su Facebook Majorino - con questa storia di Giuseppe Sala imposto fuori dalle primarie dalle manovre di una parte del Pd e di Roma. C'è chi proprio teorizza il tutto esplicitamente. Perfetto. Io penso il contrario. Senza primarie salta il centrosinistra. E a noi non servono commissari, quindi andiamo avanti».

Quasi sulla stessa onda il deputato Pd Emanuele Fiano: «Sono contento di vedere finalmente diradarsi le nebbie e constatare come le primarie a Milano siano ineludibili - dice dopo che Pisapia sabato le ha definite “fondamentali“ - Certo, non sono un dogma ma uno "strumento" che, però, dà pienamente il senso di come si intendono e vivono la democrazia, la partecipazione e la rappresentanza. Io ci sarò fino in fondo».

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