Se ieri da Christie's la maggior parte dei lotti di pregio (Giacometti e Picasso, in primis) è volata da New York per Pechino, va detto che l'Oriente non è presente solo come collezionista attivo e facoltoso sul mercato internazionale. L'arte asiatica ha sempre maggiori estimatori, con mostre e fiere a lei dedicate. «Milano Asian Art» (www.asianart.milano.it) è, per i collezionisti italiani del settore, l'appuntamento da non perdere: c'è tempo fino al 30 maggio per visitare sette diverse gallerie della città e un museo, il Poldi Pezzoli di via Manzoni, che per l'occasione mette in mostra gratuitamente, per chi ha l'invito delle gallerie, il meglio della sua collezione d'arte orientale (pezzo forte: il Tappeto di Caccia dell'età Safavide) con porcellane cinesi e giapponesi, arredi e oggetti. Risvegliato, lo scorso novembre, dall'asta record a Firenze di Pandolfini (sette milioni e mezzo di euro per il vaso cinese Qianlong), il mercato asiatico ha a Milano le principali gallerie di riferimento. «Milano Asian Art» si trasforma così in una raffinata mostra itinerante, adatta a tutti i gusti: si può cominciare da Dalton Somaré con le maestose sculture in pietra e bronzo dell'antica arte indiana e buddista, stessa epoca di quelle appena esposte al Met di New York con grande successo di pubblico. Da Piva si scopre la raffinatezza delle piccole sculture-gioiello giapponesi: i netsuke, spesso antropomorfi, erano oggetti usati per appendere ai kimono borsette o contenitori. In piazza Castello, da Gracis, è ospitato il gallerista Joost van den Bergh con un progetto interessante: espone tessuti con dipinte antiche architetture indiane realizzate seguendo tecniche millenarie e usando solo materiali naturali tra gli anni Settanta e gli anni Novanta. Contemporaneo è anche il progetto di La Galliavola che presenta l' «atelier portatile» di Stefano Faravelli, artista-viaggiatore innamorato dell'Oriente. Mentre da Sorgato è in mostra l'arte africana – forte anche del successo della mostra al Museo al Mudec - Mirco Cattai presenta un'accattivante selezione di immagini femminili di arte asiatica antica, con oggetti dipinti e statuette dal Giappone alla Cina.
Chi ama la fotografia non può perdere la mostra alla Renzo Freschi di via Gesù: con sorprendente e drammatica attualità rispetto alle notizie di questi giorni, si ripropone un affascinante reportage che Freschi compì nei primi anni Ottanta sulle montagne del Nepal, al seguito degli «sciamani dei quattromila metri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.