Oltre mille profughi ospiti nelle strutture comunali. E 400 nuovi arrivi solo nella giornata di sabato. Milano è al collasso. Tanto che è stato improvvisato un dormitorio anche nei locali dell'hub della stazione Centrale.
È lo stesso assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino a lanciare l'allarme. «La situazione è tornata complicatissima». Per di più i centri di accoglienza hanno meno spazio rispetto a prima: «Il ministero dell'Interno - si sfoga l'assessore in un post su Facebook - ci ha inviato richiedenti asilo che dovrebbero essere collocati altrove e che ora tolgono il posto ai 'transitanti', cioè coloro che non richiedono asilo e di cui Milano si occupa da 23 mesi». Dall'ottobre 2013 la città ha accolto 76mila persone e il Comune, che finora ha sostenuto la politica del «volemose bene», sbotta contro governo e Regione: «Il sistema nazionale non funziona - attacca Majorino - e la Regione Lombardia fa un ostruzionismo calcolato. Non coinvolge altre città e così il peso massimo continua a stare sulle nostre spalle».
A non far naufragare il piano di accoglienza di Milano sono le parrocchie. Finora hanno accolto 781 profughi e la scorsa settimana hanno trovato altri 130 posti, arrivando quasi a quota mille. La Diocesi accoglie in pieno l'invito lanciato da Papa Francesco. «Il suo appello non rimarrà inascoltato - assicura il cardinale Angelo Scola al termine della messa per la giornata dedicata alla custodia del Creato - La Diocesi di Milano è pronta a fare la sua parte dando vita al piano di accoglienza diffusa. Un piano che coinvolgerà le parrocchie e sarà gestito dalla Caritas ambrosiana per l'accoglienza di piccoli gruppi, 5 o 6 persone per ogni comunità».
A sua volta Scola invita ogni parroco a trovare un po' di spazio per accogliere i profughi. Va bene tutto, dalle stanze inutilizzate all'interno della parrocchia, agli appartamenti dei sagrestani non occupati, agli istituti religiosi. Facendo un calcolo approssimativo, se ognuna delle 1.100 parrocchie della Diocesi ospitasse un nucleo di cinque o sei persone, si potrebbe dare un tetto temporaneo a cinquemila migranti.
Di fronte al dramma dei profughi, l'arcivescovo Scola ha richiamato anche la politica alle sue responsabilità: «L'Europa con l'Onu costringa gli Stati a fare una politica dell'immigrazione che posa considerarsi tale.
L'Italia in particolare - ha precisato Scola - velocizzi i tempi di risposta alle domande di protezione e vari nuove norme che consentano ai richiedenti asilo di partecipare su base volontaria con il loro lavoro alle necessità delle comunità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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