Nel 2007 l'ex sindaco del centrodestra Letizia Moratti fu iscritta nel registro degli indagati per abuso d'ufficio nell'assunzione di dirigenti e manager, un'inchiesta nata da un esposto dell'opposizione che contestava la riorganizzazione della macchina comunale. La sinistra invocò subito le «dimissioni immediate». Per la cronaca: la vicenda fu archiviata tre anni dopo, non c'era reato penale. Dai banchi dell'opposizione, il centrodestra non ha approfittato del terremoto a Palazzo Marino per dare addosso a Beppe Sala.
Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia e consigliera comunale. Qualcuno si aspettava che faceste il «processo» al sindaco.
«Forza Italia è e rimane garantista sempre e verso tutti, compresi gli avversari politici. L'anomalia, e lo abbiamo ripetuto anche questa volta, sta sicuramente nel fatto che il sindaco Sala abbia appreso della propria iscrizione nel registro degli indagati da fonti giornalistiche. Denunciavamo tale anomalia quando avveniva nei confronti del presidente Silvio Berlusconi e ci sentiamo di ribadirlo anche per lui».
Un semplice avviso di garanzia insomma non basta a «condannarlo» politicamente?
«Non entriamo nel merito della vicenda perchè ad oggi non si conoscono i dettagli. Siamo ben lontani dal ritenere un avviso di garanzia come una condanna, siamo garantisti e ci manteniamo tali. L'auspicio è che si risolva tutto molto rapidamente, siamo certi che la magistratura userà tempi rapidi trattandosi di una città fondamentale per il Paese».
Ma Sala ha fatto bene ad autosospendersi dalla carica, in attesa di chiarire la propria posizione giudiziaria?
«Sinceramente, siamo molto preoccupati per Milano. La sua assenza rischia di indebolire la giunta e creare il caos, non si possono certo affrontare i grandi temi sul tavolo e in discussione in aula con una giunta dimezzata. Con tutto il rispetto ma certe decisioni non può assumerle solo la sua vice Anna Scavuzzo».
E quindi, cosa consiglierebbe a Sala?
«Deve prendere una decisione definitiva al più presto, torni in sella o si dimetta ma una sospensione non è certo la soluzione adatta ad una grande città come Milano».
La dica tutta, vorrebbe che rientrasse a governare con pieni poteri e che togliesse il disturbo?
«Ce lo dirà lui, noi siamo un'opposizione seria che non fa sconti ma neanche strumentalizza gli eventi. Siamo preoccupati per Milano e segnaliamo che non può lasciarla in un limbo».
Quali sono i primi atti a rischio?
«Sta per andare in aula la modifica del patto di sindacato di A2a, entro fine anno la giunta deve approvare il Bilancio per il 2017, sono documenti pesanti».
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