Quando unamministrazione comunale in Europa decide che un quartiere va riqualificato perché i livelli di degrado sono diventati insopportabili, be si traslocano i residenti, si abbatte, si ricostruisce e, quindi, si riportano i residenti nel vecchio quartiere rimesso a nuovo. E senza manifestazioni di protesta perché tutti sanno che il degrado di un quartiere è una ferita della città che va rimarginata, curata.
Principi validi a Berlino come a Barcellona, a Londra come a Parigi. E a Milano? È tutta unaltra storia: quando il degrado supera ogni livello immaginabile e diventa questione di igiene, allora si entra in azione ma sempre avendo come compagno quel tabù che impedisce di abbattere topaie e trasformarle in case decenti. Ma, attenzione, qualcosa si muove anche allombra della Madonnina: infatti, il Comune ha deciso di abbattere due torri di undici piani, la A e la B, al civico 5 di via Tofano. Motivo? «Approfondite verifiche hanno messo in evidenza problemi strutturali tali da considerare più conveniente - sia dal punto di vista economico che sociale - la demolizione e la ricostruzione anziché la ristrutturazione degli edifici» spiega Gianni Verga.
Intervento, continua lassessore alla Casa, che «dimostra la determinazione praticata dallamministrazione comunale per la riqualificazione dei quartieri popolari». Come dire: «Quello delle torri A e B di via Tofano è il più grande piano di mobilità di cui si sta facendo carico il Comune in collaborazione con il sindacato e con il comitato degli inquilini». Nel dettaglio, Palazzo Marino si fa carico del trasloco di ogni famiglia (sono 81 quelle coinvolte, in maggioranza anziani spesso con invalidità), le spese di trasferimento e i costi contrattuali del nuovo alloggio.
«La realizzazione degli interventi è possibile grazie a un accordo di programma stipulato con il ministero delle Infrastrutture» illustra lassessore Verga.
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