Tossicodipendenti, al bosco di Rogoredo un terzo in meno

La prefettura annuncia la seconda fase, quella di recupero, del progetto «L'Unione fa la forza»,

Tossicodipendenti, al bosco di Rogoredo un terzo in meno

Da quasi 600 persone al giorno a 200 circa, tutte concentrate nel pomeriggio, dalle 14 in avanti, perché la mattina ormai non si vede più nessuno. Proprio questa riduzione molto significativa dei frequentatori del bosco di Rogoredo unita alla cessazione dell'effetto emulazione da parte dei minori (negli ultimi tempi ne sono stati individuai appena tre) costituiscono probabilmente i risultati migliori, le cifre più d'effetto, della prima fase - il periodo cosiddetto «sperimentale-emergenziale» - del progetto L'Unione fa la forza, partita nel maggio 2019 a favore di quella che fino a qualche tempo fa era considerata tra le maggiori piazze (per molti addirittura la più importante) di spaccio di droga in Lombardia. Fino a oggi, attraverso la prevenzione e il contrasto alle attività di spaccio - potenziatesi con l'apertura del posto di polizia ferroviaria a circa quindici giorni fa - a Rogoredo ci sono stati infatti oltre 300 interventi sanitari, di cui tre salvavita. Altri ancora, poi, i numeri che parlano chiaro: 26 gli arresti, 130 i denunciati, 100 gli assuntori segnalati alla prefettura (che, stringendo i tempi, a breve verranno convocate tutte a palazzo Diotti) e 50 i fogli di via emessi dalla questura.

Ieri in prefettura, durante il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, oltre a tirare le somme vincenti di questo primo triennio, si è sancito il passaggio, che durerà da luglio fino a gennaio - e quindi in partenza tra qualche giorno - allo step successivo, una fase incentrata sul recupero dei tossicodipendenti e che coinvolgerà in maniera massiccia i servizi ambulatoriali. Verranno individuate così strutture di accoglienza sociale e di sollievo dove ospitare temporaneamente i tossicodipendenti in attesa della sistemazione nelle strutture e comunità di recupero. Oltre un centinaio di persone sono state infatti agganciate e avviate verso percorsi di recupero utilizzando la rete esistente di offerta ambulatoriale e delle comunità terapeutiche.

In corso Monforte spiegano che da luglio a gennaio ci sarà quindi un potenziamento delle attività ambulatoriali e residenziali che «(...) costituirà una risposta, non solo per Rogoredo, ma per tutta la Lombardia». La fase due del progetto supera infatti la logica emergenziale e si traduce concretamente in interventi di carattere medico sanitario, con la presenza al bosco di Rogoredo di medici del Sert. Saranno previste adeguate risorse finanziarie da parte della Regione con il coinvolgimento del Comune per gli aspetti connessi ai servizi sociali.

Il modello operativo di L'Unione fa la forza è già stato esteso ad altre

aree altamente problematico dal punto di vista dello spaccio di stupefacenti, ad esempio al parco delle Groane, e sarà utilizzato in altre realtà lombarde interessate dal fenomeno della droga, una piaga in costante aumento.

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