Tour a Milano e Brescia per l'imam Abdelkafi. "Antisemita e misogino"

Festa di "Eid al-Fitr" e preghiera del venerdì. L'esperto: "È un noto predicatore estremista"

Tour a Milano e Brescia per l'imam Abdelkafi. "Antisemita e misogino"

«Una giornata che molti ricorderanno per molti anni». Al centro islamico di Brescia fanno fatica a contenere la soddisfazione, e continuano a pubblicare commenti, video e foto dedicati all'evento di lunedì scorso. D'altra parte hanno riunito quasi 10mila persone nella faraonica Fiera cittadina, invitando ospiti importanti e accogliendo con tutti gli onori «Sua Eminenza lo Sceicco Omar Abdelkafi». Era il 2 maggio, giorno di «Eid al-Fitr», quello che chiude il mese di digiuno del Ramadan. Lui, il predicatore egiziano, nelle immagini compare su un seggio di legno, fotografato come una star da una moltitudine di fedeli in festa.

Ricomparirà quattro giorni dopo, per la preghiera del venerdì, nella moschea che sorge proprio sul confine fra il Comune di Milano e quello di Segrate, sede del Centro islamico di Milano e Lombardia. Il presidente del centro, il «veterano» Ucoii Abu Shwaima, conosce bene il «sapiente» egiziano. E l'enfasi con cui è stato accolto a Brescia non è casuale. Lo sceicco è infatti un personaggio di primo piano, già noto in Italia per diversi casi, che hanno imbarazzato prima Verona, poi Cinisello Balsamo. Il caso che scoppiò nel 2015 con l'evento veronese si risolse con la revoca della sala. Tre anni dopo toccò al popoloso Comune del milanese finire sotto i riflettori per un altro evento con il «controverso» imam.

Il maggiore esperto europeo di integralismo islamico, il milanese Lorenzo Vidino, lo descrive rapidamente così: «Uno tra i più famosi predicatori islamisti egiziani, vicino alla Fratellanza, ben noto per posizioni antisemitiche, complottiste ed estremiste».

Un saggio di queste posizioni si era avuto proprio in occasione dell'evento di Verona, quando il caso era approdato in Consiglio regionale, dove il centrodestra aveva ricordato che l'imam, dopo l'attacco a Charlie Hebdo e al negozio kosher, aveva descritto gli attentati di Parigi come una sorta di «sequel» di una «commedia» andata «in onda» l'11 settembre a New York.

I siti dei giornali marocchini riportano ancora oggi in rete le reazioni suscitate dalla annunciata partecipazione di Abdelkafi a una conferenza organizzata nel 2018 a Rabat. Con un manifesto che diceva «No all'odio e all'estremismo», quindici intellettuali firmarono una sorta di petizione per dichiararlo indesiderato, definendolo estremista e anche misogino, per le punizioni che prospettava alle donne senza velo. E altre frasi deliranti, in passato, le ha dedicate agli ebrei.

Ignari di tutto, all'evento della scorsa settimana a Brescia hanno partecipato, insieme a una folla eccitata di fedeli, anche le autorità cittadine. Il centro islamico cita e ringrazia l'assessore Marco Fenaroli, e i rappresentanti del vescovo di Brescia: don Roberto Ferranti e monsignor Gaetano Fontana.

«Quasi diecimila persone hanno preso parte lunedì mattina alla preghiera presso il Brixia Forum a Brescia» si legge nella pagina della moschea.

Il centro islamico in questione è fra i più grandi d'Italia, nel capoluogo di una provincia che conta decine di migliaia di musulmani praticanti. La moschea è in viale Corsica, appena fuori dal centro di Brescia.

Là, una targa ricorda che il parcheggio è stato inaugurato «nel nome di Allah» dallo sceicco Hamad Bin Jassim Al Thani e dal sindaco. Quel parcheggio è stato realizzato con 100mila euro (su 140mila) arrivati della Qatar Charity, ente «benefico» che finanzia moschee in tutta Europa.

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