Tram gratis, case ristrutturate in due anni, sussidi comunali e Navigli riaperti. La Milano delle primarie è una città fantastica, che non ha niente a che vedere con quella reale. Nella discussione fra i quattro aspiranti alla «nomination del centrosinistra» è difficile scovare proposte concrete sulle reali emergenze dei cittadini, ma certamente non mancano le promesse. Nella «sfida» fra Francesca Balzani, Beppe Sala, Pierfrancesco Majorino e Antonio Iannetta non risultano proposte degne di nota su quelle che emergono come le maggiori preoccupazioni dei cittadini, in particolare l'insicurezza e il degrado dei quartieri (soprattutto di periferia) oltre alla crisi economica. In compenso fioriscono gli annunci. Improbabili, esagerati, infondati. Insomma, le «sparate». La Milano delle primarie, intanto, assomiglia a Venezia, riscopre i suoi antichi navigli. Poi è una città in cui gli edifici pubblici sono alimentati con fonti rinnovabili, gli anziani pagano meno l'abbonamento Atm, anzi nessuno paga i mezzi di superficie, le case popolari vengono ristrutturate. E, a chi non ce la fa, il Comune assicura il reddito minimo garantito. Beppe Sala, commissario expo e candidato renziano, garantisce che potrebbe risolvere il problema delle case sfitte: un investimento di circa 35.000.000 di euro. «Il mio impegno sarà quello di garantire che entro 24 mesi non ci sia più un appartamento sfitto nel patrimonio comunale milanese», ha detto. Niente, se confrontato con il «sogno» di riaprire i navigli. rivali non sono da meno. Majorino ha fatto sapere che le tasse non possono essere alzate, assicura che si possono fare sconti agli anziani sui mezzi Atm. Un «dilettante» al cospetto della vicesindaco Balzani, che ha in mente di rendere gratuiti i mezzi pubblici di superficie.
Ora, in tutto questo promettere, c'è un problema. Le promesse sono firmate da chi ha in mano le chiavi del Comune. Balzani è vicesindaco, Majorino gestisce un assessorato pesante ed è un big del Pd locale. Beppe Sala, è vero, è un esordiente in politica (non si considerano gli anni in cui era a capo della macchina comunale come city manager) ma si è precluso da solo la possibilità di presentarsi come nuovo: ha con se una truppa di sette-otto assessori uscenti che lo accompagnano in giro per Milano. E dunque: Perché dovrebbe ridurre le tasse chi le ha enormemente aumentate? È credibile quando promette il taglio delle tariffe Atm chi ha esordito rincarando del 50% i vecchi biglietti? Questo «dettaglio» fa la differenza. È rimasta del 2011 la «promessa delle promesse», quando l'allora candidato sindaco, Giuliano Pisapia, vedeva nel futuro di Milano niente di meno che la «felicità».: «Se c'è una cosa di cui non smetto di stupirmi - scriveva poco dopo - è come sia stato possibile, tutti insieme, sdoganare alcune parole; portare nel lessico politico, ad esempio, la parola felicità. No, non è da visionari immaginare che la buona politica debba avere tra i suoi obiettivi anche la felicità». Illusioni, forse autentiche, sicuramente perdonabili se propagandate da qualcuno che sta fuori dal Palazzo. Può sembrare dettata da faciloneria o populismo la promessa lanciata dal candidato sfidante, dall'opposizione. Ma gli uscenti no.
Sono sottoposti a una domanda: tutte queste belle cose, perché non le avete realizzate in questi 5 anni? Perché non avete rispettato il risultati dei referendum del 2011, chiedono per esempio i Radicali. Sarà per questo che pretendono per il futuro impegni scritti e vincolanti. E non promesse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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