Anche le piantine (tutte diverse) preparate dai bimbi e donate a ogni consigliere ieri all'ingresso di Palazzo Marino hanno messo in imbarazzo il centrosinistra. All'ordine del giorno in aula il tema scottante del trasloco della scuola media Vivaio, dall'Istituto dei ciechi alla sede di viale D'Annunzio 15 che i genitori hanno dichiarato «inadeguata». Le piantine erano simbolo della cura che anche i consiglieri dovrebbero prestare ad un progetto prezioso per la città. La presidente dell'aula Elena Buscemi ha invitato a rimuovere i vasetti dai banchi, in tono formale a inizio seduta, più «ruvido» fuori microfono, tanto che la leghista Deborah Giovanati per protesta ha protestato e tenuto in bella vista la piantina per tutta la durata della seduta. «Non era un invito contro l'iniziativa dei genitori» ha poi dichiarato Buscemi.
Prima, in piazza Scala, si è tenuto un flash mob: «Non siamo pacchi, siamo vivaio» lo slogan sui cartelli di genitori e alunni. Il Comune non vuole sostenere l'aumento del costo dell'affitto in via Vivaio e tira dritto. Il vicesindaco Anna Scavuzzo conferma: «D'Annunzio è idonea, nel Municipio 1 e servita dai mezzi, stiamo spostando associazioni e abbatteremo barriere all'ingresso, creeremo auditorium, biblioteca, spazi per la promozione della didattica musicale e motoria. Sarà ricreato l'orto come in Vivaio, forse più grande, e campi da gioco. Disponibili a raccogliere altre proposte di miglioramento ma va conclusa la progettazione e avviare i lavori» entro settembre. Il capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico chiede di vedere «cronoprogramma e planimetrie» e domanda «cosa succederà nel caso si guasti l'ascensore» per gli studenti disabili collocati ai piani alti, «l'edificio in via Vivaio ha zero barriere».
Marco Bestetti (Fi) chiede «l'elenco degli affitti passivi del Comune su altre sedi, perchè c'è bisogno di risparmiare proprio sulla scuola?». La Vivaio, confermano i consiglieri FdI Chiara Valcepina e Francesco Rocca, «è un'eccellenza milanese, nata nel 1964 legata all'Istituto dei ciechi e aperta negli anni a ragazzi non portatori di disabilità, un modello di inclusione e coesione. La nuova sede non è idonea alla realizzazione del progetto educativo». Il capogruppo della Lega Alessandro Verri chiede alla giunta «di rivedere la scelta. Se un Comune trova un milione mettere l'acqua del rubinetto nei brick non può non trovare le risorse per sostenere concretamente gli studenti più fragili». Bocciato d l'ordine del giorno della leghista Deborah Giovanati per mantenere la sede storica.
E hanno scritto una lettera al sindaco ieri le famiglie che si firmano «Genitori Gentili Milano». Denunciano il caos sul servizio post scuola Venerdì scorso «dopo 3 mesi di fatica e disagi, di squilibri nelle dinamiche familiari» è finalmente ripartito il servizio ma «tante famiglie hanno segnalato le criticità che hanno accompagnato il ripristino, laddove c'è stato.
Non tutte le scuole sono state in grado di (o non hanno voluto) riattivarlo e dove è ripartito ci sono stati casi di bolle scoppiate (in violazione degli accordi) o di orario prolungato a rotazione. Non è ammissibile che Milano gestisca in modo così caotico un servizio essenziale».
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