Tre verità, tutte false. Per tre volte Alberto Magnani, il complice degli sfregiatori dell'acido muriatico, ha raccontato a poliziotti e magistrati come e perchè si sarebbe lasciato inghiottire dalla spirale di violenza che Alex Boettcher e Martina Levato hanno scatenato sul loro mondo di ragazzi bene, di amicizie dorate e di amori incrociati e un po' perversi. Ogni volta ha aggiunto, tolto, aggiustato. L'ultima volta è stata l'altro ieri, mercoledì, nel carcere di San Vittore. Davanti al giudice preliminare Giuseppe Gennari, il bancario della Mediolanum di Basiglio ha giocato la carta della paura.
Non è stato solo per la sudditanza psicologica verso Alex, e già qui era una ben strana sudditanza, il grande verso il ragazzo, spiegata con ragioni banali e inverosimili, «era grazie agli allenamenti con lui se avevo perso dieci chili di peso». C'erano da spiegare anche le menzogne dette nei giorni successivi, quando ha fatto di tutto per sviare le indagini dalle tre aggressioni. Ed ecco: «Nelle dichiarazioni inizialmente rese alla polizia ho mentito perché sono stato minacciato». E colloca le minacce nel clou della terza aggressione, quella che il 28 dicembre in via Giulio Carcano ha per vittima Pietro Barbini. Magnani è lì, sul luogo del delitto, sulla sua auto con le targhe cambiate, quando Martina lancia l'acido sul povero Barbini. Nel primo interrogatorio, si era limitato a raccontare della «calma olimpica» con cui Martina era risalita in auto dopo avere lanciato l'acido in faccia alla vittima. Ma stavolta aggiunge: «Subito da quando sono rientrato in auto Martina mi ha minacciato di tirarmelo, mi ha detto parti, parti immediatamente, altrimenti ti tiro l'acido. Mi ha detto di non dire nulla alla polizia perché Alexander era già stato a casa mia e aveva conosciuto la mia famiglia e loro avevano dei complici. Io ho immaginato che questi complici fossero il tal Vito e gli amici con i quali Alexander era stato in Grecia». Così, stretto tra il rimorso e la paura, il bancario dice di aver persino meditato di uscire di scena nel modo più drastico: «Ho pensato seriamente di suicidarmi gettandomi sotto la metropolitana».
La valutazione del giudice Gennari è sferzante: «Magnani sostiene di avere fatto tutto ciò inconsapevolmente... Egli afferma dapprima di avere partecipato a un orrendo delitto senza rendersene conto, come una marionetta nelle mani dei due grandi manipolatori. E poi anzi dice di essere stato costretto a seguire il volere di quei due impressionanti personaggi criminali. È credibile tutto ciò? No, non è credibile. Magnani mente come ha mentito nel corso dell'ultimo mese e come ha continuato a mentire nel corso dell'interrogatorio».
Per questo, il giudice Gennari lo spedisce in carcere, accusato insieme a Alex e Martina dell'aggressione a Barbini, di cui «lui è stato l'unico complice». Attira in trappola la vittima, mette a disposizione la sua auto, accompagna la Levato sul luogo del delitto. Ma dall'ordinanza di convalida del fermo emergono anche gli elementi che lo coinvolgono anche nelle altre imprese della coppia di fidanzati dall'acido facile. Più marginalmente nel primo, quando a Quarto Cagnino i due rovinano per sempre Stefano Savi, pare per errore: «Alexander durante il tragitto mi disse che avevano trovato il ragazzo ma che era quello sbagliato, si somigliava di viso a quello che cercavano ma non era lui»; più diretto nell'episodio del 15 novembre quando in via Bixio attirano in trappola Giuliano Carparelli, colpevole di avere fatto sesso con Martina in discoteca, che si salva solo perché quella sera piove, e si protegge dall'acido con l'ombrello.
Ma neanche l'ordinanza di fermo risolve la domanda fondamentale: perchè? Perchè Magnani si fa coinvolgere nelle vendette insensate di Martina e Alex? Per la Procura il caso è ormai chiaro nelle dinamiche, ma è vago sui motivi.
E Marcello Musso, il pm che dalla notte del 28 dicembre lavora su questo caso, e il suo capo Alberto Nobili, quando dovranno tirarne le fila, insieme agli indizi dovranno abbozzare anche una ipotesi sensata. Basta troppo sesso, e troppo indiscriminato, a spiegare tutto?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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