Marta Calcagno Baldini
Che il «matrimonio sia la causa principale del divorzio» non l'ha detto solo l'attore americano Groucho Marx (1890-1977), lo testimoniano anche, in tempi più vicini, i dati dell'Istat che nella sua ultima indagine sulle unioni coniugali ha notato una diminuzione di 4.300 sposalizi nel 2014 rispetto all'anno precedente. Fiori d'arancio in crisi dunque e unioni civili che decollano lasciando adito alle più svariate combinazioni. Una di queste arriva a Milano.
Nella fattispecie, Beatrice, Michela e Mary, tre donne divorziate che si trovano a condividere lo stesso appartamento dopo la fine dei loro matrimoni: da ieri sera al Teatro Leonardo fino al 12 marzo è in scena Il Clan delle divorziate, per la regia di Vittorio Borsari dal testo dell'attore e in questo caso autore belga Alil Vardar. Dall'alto dei suoi 47 anni è pienamente inserito nel clima di sfiducia nelle unioni «finché morte non vi separi» che caratterizza il XXI secolo, tanto che ne ha scritto uno spettacolo che in Francia ha già spopolato (Il Clan delle divorziate ha debuttato a Tolosa nel 2004, sold out dopo poche settimane e dove ha vinto anche il premio Festival du Rire, per andare poi alla conquista di Parigi dove ancora è in scena dopo tredici anni e quasi 3,5 milioni di spettatori).
A Milano le tre protagoniste sono interpretate da Jesika Polski (celebre per Così fan tutte con Alessia Marcuzzi su Italia 1, Volo in diretta con Fabio Volo sulla Rai), Rossana Carretto (in teatro è diretta, tra gli altri, da Renato Sarti, Massimo Navone, Israel Horovitz. Molte sono le sue partecipazioni televisive, e al cinema l'abbiamo vista anche in film come Chiedimi se sono felice, con Aldo, Giovanni e Giacomo) e Stefano Chiodaroli (Mangiafuoco, acrobata di strada, mimo, partecipa a Zelig, a Colorado, ed è autore di vari personaggi comici): sì, una delle tre donne è interpretata da un uomo fin dall'originale intuizione dell'autore attore Vardar.
Si assegna infatti il ruolo di Beatrice, la quarantenne di origini aristocratiche che, dopo il suo primo divorzio torna in città, a Milano, nella casa in cui è nata e cresciuta. Dove però non può permettersi di vivere sola, senza lavorare, e decide così di cercare due coinquiline con le quali dividere le spese.
Ecco spuntare Michela, un po' più anziana, donna sarcastica e cinica, e Mary, di origini inglesi, la più giovane e la più svampita: tutto ciò che accadrà in questa casa sarà affrontato dalle tre coinquiline per caso ma in modo diametralmente opposto l'una all'altra, creando un clima comico e dinamico in scena.
Fino alla lenta riscoperta del fascino della propria indipendenza, che sconfiggerà la paura di rimanere sole.Teatro Leonardo, via Ampère, 1. Orari: da martedì a sabato alle 20.30. Domenica alle 16.30. Lunedì riposo. www.mtmteatro.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.