Tre morti per il gas killer Parisi e Sala: «Più controlli»

Secondo le prime verifiche sul posto degli investigatori la causa sarebbe il gas nella cucina dei due ragazzi

Cristina Bassi

Una distrazione banale oppure un guasto potrebbero essere la causa della tragedia di via Brioschi. Ieri il terzo piano di una palazzina del civico 65 (l'altro ingresso è in via Porto Ferraio) è stato totalmente sventrato da un'esplosione seguita a una fuga di gas. Due gli appartamenti coinvolti. Il bilancio è di tre morti, tre feriti gravi e altri sei meno gravi. Le vittime sono Micaela Masella, 43 anni, e Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, di 28 e 22 anni. Sarebbe stata proprio la cucina della giovane coppia - forse con un fornello dimenticato aperto oppure malfunzionante - l'origine della fuga di gas. Non è chiaro però quale sia stata la «scintilla» fatale, i due ragazzi erano ancora a letto al momento dell'incidente. Il marito della donna 43enne morta, Giuseppe Pellicanò di 51 anni, e le loro due figlie di 7 e 11 anni sono in ospedale gravemente ustionati. Tra gli altri feriti anche una donna incinta e tre poliziotti.

Il sindaco Giuliano Pisapia ha annunciato che nel giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino. «Le nuove cucine hanno valvole di sicurezza ma ci sono in giro ancora attrezzature vecchie con una serie di situazioni a rischio», ha commentato Giuseppe Sala. E Stefano Parisi: «Bisogna fare un piano per la sicurezza degli impianti. Il sindaco è responsabile della salute dei cittadini e queste sono responsabilità dirette alle quali bisogna dare maggiori strumenti. La stessa A2a e le aziende che forniscono gas devono avere una maggiore attenzione per il controllo degli impianti anche in casa». Il censimento fatto dal Comune parla di tre palazzi inagibili. Oltre a quello (scale C e D) di via Brioschi 65, non lontano dai Navigli, uno dei civici accanto e uno di via Porto Ferraio 7. Le famiglie sfollate sono in totale 50, sistemate tra abitazioni di parenti e alberghi. «Abbiamo messo inoltre a disposizione venti appartamenti per i prossimi giorni», ha detto l'assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza, che era sul posto insieme al collega della Sicurezza Marco Granelli.

Il pm di turno Elio Ramondini ha aperto un fascicolo per disastro colposo contro ignoti. Si esclude l'ipotesi del suicidio. A soccorrere le persone coinvolte sono arrivati i carabinieri, la polizia, la protezione civile, i vigili del fuoco, il 118 e la polizia locale. Il comandante dei vigili Antonio Barbato ha spiegato che le indagini sull'esatta dinamica della tragedia sono in corso. L'esplosione è avvenuta pochi minuti prima delle 9. Partita dall'appartamento della giovane coppia, ha investito quello della famiglia Pellicanò. Tutti gli inquilini del palazzo colpito, ma anche quelli degli stabili vicini, si sono riversati in strada terrorizzati. In vestaglia, pigiama o ciabatte, con sé non avevano neppure l'essenziale. Nelle ore in cui i pompieri scavavano tra le macerie con l'aiuto dei cani, molti chiamavano al cellulare parenti a amici che non rispondevano. Qualcuno degli inquilini del civico 65 in mattinata aveva sentito odore di gas. Nei giorni precedenti però non c'erano state segnalazioni.

«È stato come una bomba - dice una donna che ha portato in salvo il proprio cane -, il boato si è sentito a chilometri di distanza». Andrea Polo abita al terzo piano dello stesso stabile dell'incidente: «Stavo facendo colazione con uno dei miei figli - racconta -, c'è stato un rumore mai sentito prima. Siamo subito scappati in strada».

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