Trecento telecamere: le Zone scelgono le vie

I municipi indicano al Comune le priorità Rozza: «Saranno occhi puntati sulla città»

Trecento telecamere:  le Zone scelgono le vie

Trecento telecamere. Dovrebbe essere questo il numero di impianti da installare in città nei prossimi anni per garantire più sicurezza ai cittadini. Un'operazione forte, a cui sta lavorando l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, che ha chiesto ai Municipi di indicare le priorità: «Poi - spiega l'assessore - incroceremo queste indicazioni con i dati in nostro possesso, per esempio l'attuale collocazione degli impianti già attivi, per cominciare ad acquisire e installare le telecamere».

Al momento, il budget di questa operazione non è definito: «Adesso - aggiunge Rozza - vediamo le delibere e i risultati di questo lavoro». Questi «occhi puntati sulla città» dunque saranno circa 300, «ma devo anche sostituire le vecchie» precisa Rozza. In prospettiva, queste telecamere in parte potrebbero essere osservate costantemente, soprattutto in casi di particolare urgenza: «Nel processo di lavoro che abbiamo in mente - spiega ancora Rozza - c'è il potenziamento della centrale di via Drago. L'idea è farla diventare, entro la legislatura, la centrale operativa delle periferie. L'obiettivo finale è osservazione attiva almeno per le aree critiche». I Municipi hanno risposto velocemente e volentieri. Quasi tutti hanno deliberato, alcuni lo stanno facendo. «Nel Municipio 2 il tema sicurezza è di primaria importanza - osserva Samuele Piscina - a partire da via Padova e dal Parco Trotter. Le telecamere sono fondamentali come deterrente e come controllo, ma non sono sufficienti. È importante invece prevedere che le telecamere vengano osservate e venga predisposto un collegamento diretto con i comandi di zona e un presidio più costante sul territorio». «Noi - dichiara Marco Bestetti, presidente di zona 7 - abbiamo sicuramente la necessità di controllare palmo a palmo San Siro e chiediamo telecamere davanti a ogni scuola. Non abbiamo indicato priorità nella delibera perché nonostante la richiesta, il Comune non ci ha fatto sapere qual è il budget di questa operazione e non sappiamo dove attualmente siano collocate le telecamere già presenti. In mancanza di queste informazioni, riteniamo che non abbia senso indicare un elenco di luoghi in ordine di priorità». «Il nostro lavoro - dice Angelo Dani, vicepresidente del municipio 8 - è frutto dell'ascolto del territorio e dell'esperienza accumulata in questi anni. La videosorveglianza non è evidentemente la soluzione definitiva in quanto strumento di sicurezza passiva, ma è sicuramente un ottimo deterrente contro furti e atti vandalici». «Abbiamo costruito un percorso coinvolgendo anche forze dell'ordine e Polizia locale per definire le esigenze e le priorità - dichiara Alessandro Bramati, presiedente di zona 5 - Questa delibera è solo una tappa, il Municipio è quotidianamente è impegnato sul tema sicurezza e rivendica tutta la dignità istituzionale anche per incidere nelle possibili soluzioni».

La sicurezza oggi è trasversale fra i presidenti: «Un maggiore presidio va nella direzione di fare gli interessi cittadinanza» riconosce Santo Minniti, presidente di zona 6. E un emendamento di Silvia Sardone (Fi) è stato approvato in bilancio. Previsti anche punti luce aggiuntivi per 40mila euro in aree difficili o troppo buie.

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