Tribunale, contagi e proteste. Sospese tutte le udienze

Positivi 2 magistrati, scattano bonifiche ed emergenza. La rabbia di avvocati e cancellieri per le scarse cautele

Tribunale, contagi e proteste. Sospese tutte le udienze

Un simulacro di normalità durato sette giorni, mentre tutto intorno la città si fermava, e invece nel monolite marmoreo del Palazzo di giustizia le udienze andavano avanti come se niente fosse: ma tra il brontolio di avvocati, cancellieri e degli stessi magistrati, che si domandavano come mai le cautele imposte al resto del mondo in tribunale non valessero. Ieri, come molti temevano (e come era statisticamente quasi inevitabile) arriva la notizia che due magistrati, marito e moglie, sono positivi al virus. E i vertici degli uffici giudiziari corrono ai ripari, sperando che non sia troppo tardi. I provvedimenti di chiusura partono a macchia di leopardo, senza che sia possibile individuare chiaramente il perché di alcune differenze di trattamento. Per prime vengono sospese quasi tutte le udienze civili ma non quelle penali: che spesso sono più affollate delle prime. Infatti in serata il divieto si allarga. Tutto fermo, tranne i processi ai detenuti.

Il provvedimento firmato dal presidente del tribunale, Roberto Bichi ammette che la situazione è in divenire, e che ulteriori inasprimenti sono possibili. Ma indica anche dettagliatamente quali udienze dovranno tenersi in ogni caso, visti i danni che l'attesa potrebbe produrre: come quelle per i trattamenti sanitari obbligatori, o le cause per alimenti, o i ricorsi contro l'espulsione di cittadini stranieri. É una attenzione che si coglie anche nel provvedimento analogo preso dal procuratore della Repubblica, Francesco Greco, che rallenta bruscamente l'attività dell'ufficio, ma garantisce la gestione urgente dei casi di «codice rosso», le denunce per violenze domestiche o di coppia. Si faranno le convalide degli arrestati e i processi con imputati detenuti. Il clima, dunque, vira all'emergenza: anche perché il timore dei vertici è che i due casi di contagio finora emersi non siano gli unici, tant'è' vero che è stato lanciato un appello a chiunque abbia incontrato i magistrati infetti a autosegnalarsi. Della necessità di fare in fretta dà conto anche la decisione del presidente Bichi di autorizzare il rinvio delle udienze previste per oggi con un semplice cartello appeso davanti alle aule e alle stanze dei giudici, visto che non ci sono i tempi tecnici per una notifica ufficiale. Mentre si bonificano e si disinfettano interi piani, il palazzaccio si prepara a vivere una emergenza di lunga durata. Tanto che la Procura, con un provvedimento straordinario, autorizza a restare a casa con stipendio pagato tutti i dipendenti che hanno figli colpiti dalla chiusura delle scuole. Ma come in altri settori è possibile che la semiparalisi da virus costringa a scoprire i vantaggi della tecnologia.

É il caso del tribunale di sorveglianza, la cui presidente Giovanna Di Rosa ha stabilito che la prossima udienza, fissata per il 9 marzo, si svolga in un'aula virtuale, ovvero con un collegamento via Internet in videoconferenza con i carceri dove si trovano i detenuti. La stessa strada potrebbero prendere nei prossimi giorni le udienze per la convalida degli arresti, che non possono essere rinviate a meno di liberare tutti i fermati.

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