Un «tridente» per ribaltare l'effetto-Renzi

Pavia, Bergamo e Cremona. È questo il triangolo geografico su cui il centrodestra lombardo punta ora per dimostrare che a far volare la sinistra nella tornata elettorale dell'altra domenica è stato solo l'effetto Renzi. Un mix di promesse che ora però andranno mantenute e forse la voglia di affidare a qualcuno di nuovo (magari un po' meno ingombrante e inconcludente di Beppe Grillo) il governo del Paese. Perché, a conti fatti, nel primo turno il fattore trascinamento esercitato dal premier si è avuto nel voto per le europee e non in quello per scegliere gli amministratori del territorio. E, infatti, tre bravi sindaci di centrodestra come Raffaele Cattaneo a Pavia, Franco Tentorio a Bergamo e Oreste Perri a Cremona hanno ottenuto ottimi risultati e vanno al ballottaggio con ottime probabilità di successo. A dimostrazione di come il lavoro serio per i cittadini sia alla fine il miglior manifesto elettorale. Perché più vicino al territorio è il voto, meno contano le divisioni vetero-ideologiche tra destra e sinistra.
E così ancora una volta la Lombardia proprio con Pavia, Bergamo e Cremona potrebbe diventare il laboratorio da cui far ripartire l'universo dei moderati in cerca di rappresentanza e rappresentazione. Con una Forza Italia pronta ad ancorarsi alla solidità del lavoro e magari ai risultati al ballottaggio dei suoi bravi amministratori locali. A cominciare magari da quell'Alessandro Cattaneo a cui proprio Silvio Berlsconi ha deciso di affidare ruoli sempre più importanti nel partito e che da un sondaggio è risultato essere il sindaco più amato dai cittadini. Domenica se la vedrà con il piddeino Massimo Depaoli. «Mi rivolgo a tutti gli elettori - ha detto Cattaneo - Ai grillini e anche a chi ha votato Pd sull'onda di Renzi, perché l'innovazione passa più dal governo cittadino che altrove». Al primo turno è finita 46,7 per Cattaneo e 34,4 per Depaoli.

Molto più incerta la corsa a Bergamo dove Tentorio, il sindaco uscente, è arrivato a quota 42,1 mentre lo sfidante Giorgio Gori tra uno scandalo e l'altro è salito fino al 45,4. In svantaggio anche l'olimpico Perri arrivato a Cremona al 33,3 e che ora dovrà rimontare su Gianluca Galimberti che ha il 45,8.

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