La triste parabola di Claudio: la pescheria vip rischia il crac

Sfratto per morosità e in liquidazione per debiti la società dell'immobiliarista che rilevò il marchio

E pensare che erano in tanti ad aspettare la riapertura della storica Pescheria dei milanesi, famosa sia per i suoi aperitivi a base di cruditè marinare sia per il ricco banco del pesce dove, nella stagione giusta, si riuscivano a trovare anche i ricci freschi. Ma sono ben altre le spine che oggi affliggono «Claudio» (dal nome dello storico fondatore passato a miglior vita), da mesi con le saracinesce abbassate per «lavori», almeno così si diceva. La realtà però è ben diversa e, più che preoccupare i consumatori di ostriche e sushi, pende come una spada di Damocle su dipendenti e creditori di Paolo e Luca Genovese, soci della Società Ittica Italiana titolare del blasonato negozio. La suddetta srl, che nei primi anni Duemila rilevò il marchio dell'attività allora sita in via Ponte Vetero, è infatti in liquidazione e a un passo dal fallimento. A tutt'oggi, il Tribunale di Milano è in attesa di decidere sulla richiesta di concordato fatta dai Genovese ai creditori tra cui figura la società proprietaria dello stabile di via Cusani e numerosi fornitori. I pesanti debiti nei confronti dei locatori (che ammonterebbero a quasi mezzo milione di euro) hanno già causato lo sfratto esecutivo per morosità lo scorso agosto. Un fulmine a ciel sereno visto che la più antica pescheria di Milano - nata già alla fine dell'800 ed egregiamente gestita da Claudio Gnocchi dal 1958 - non pareva affatto in crisi. Anzi. Il nuovo negozio di via Cusani inaugurato nel 2010, più ampio e moderno del precedente, perpetuava con successo sia le vendite sia il rito dell'aperitivo a base di pesce crudo, una moda lanciata proprio da Claudio e poi copiata da altre pescherie. Anche il ristorante inaugurato al piano superiore, che ha contato famosi chef come Filippo Gozzoli, godeva di buona clientela sia in pausa pranzo sia a cena. E allora che cosa è successo alla storica pescheria dei milanesi, si chiederanno i «fish lovers» e forse anche, nella tomba, l'antico patron Claudio? La risposta è per il momento nelle mani dei giudici ma anche, non si bene come, in quelle del discusso immobiliarista salernitano Paolo Genovese, già finito agli arresti per un'inchiesta di tangenti e appalti truccati. Lo stesso immobiliarista che nel 2003, due anni dopo la morte del commendator Claudio, acquistò l'intero stabile di via Ponte Vetero ad un'asta andata deserta proprio perchè a nessuno interessava la pescheria. A Genovese, titolare dell'Immobiliare Sanpaolo, la pescheria interessava eccome. Al punto da rilevarne il marchio dalla famiglia Gnocchi e trasferire il negozio nei locali in affitto di via Cusani, liberando e mettendo sul mercato lo storico immobile di via Ponte Vetero.

Addio per sempre alla pescheria dei milanesi? In Italia mai dire mai. In attesa della decisione del Tribunale, la Srl avrebbe già affittato un ramo d'azienda ad altra società e la pescheria dei milanesi potrebbe rinascere altrove come l'Araba Fenice. Anzi come una sirena.

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