Un'altra «noche» di tango accende l'Auditorium

In scena in largo Mahler l'ensemble del violoncellista argentino Jorge Bosso

Luca Pavanel

Ballabile o strumentale, la febbre del tango sì, resta alta. I vecchi e i saggi di queste cose raccontano che negli anni d'oro di questo ballo a Buenos Aires «non si dormiva mai», si ballava tutta la notte, si riposava un po' e al risveglio si tornava a ballare senza sosta. Questo mentre nel mondo infuriava la guerra, la città argentina era un'«oasi». La febbre del tango da parecchio è alta anche a Milano, è salita progressivamente in una ventina di anni: oggi sono centinaia i «praticanti». E gli enti musicali inseriscono sempre di più questo genere nelle loro programmazioni - soprattutto - nella versione strumentale (per intenderci, Astor Piazzolla & Co).

A prendere la palla al balzo, pure questa estate, ci ha pensato ad esempio la Verdi, che dopo l'infuocata serata di ferragosto, oggi propone una serata dedicata a questa danza (e musica), «BossoConcpt Ensemble», con al violoncello Jorge Bosso (ore 20.30, Auditorium di Largo Mahler), titolo dello show: «Tango at an Exhibition!». Bosso e il suo gruppo propongono un «cammino» attraverso l'anima della metropoli argentina, dove immaginifiche rielaborazioni del repertorio tradizionale si intrecciano con nuove espressioni musicali, viene spiegato.

«Proporre una composizione sotto una nuova lente - spiega Bosso - indica che proviamo verso di essa una certa e sicura simpatia; ma soprattutto sveglia in noi, compositori, stimoli che ci spingono a entrare nel suo mondo, farlo nostro e, nel migliore dei casi, realizzare una trasformazione che possa legittimare l'aver messo mano a un lavoro compiuto».

Bosso e la sua ensemble a parte - oggi l'occasione di sentirli e vederli è da non perdere - quello del tango nel capoluogo lombardo è un mondo che si sveglia tutti i giorni quando la gente va a dormire. Quanti siti, riti e miti vivono nella noche. Importanti però sono le differenze: c'è il tango da concerto (che con l'avvento di Piazzolla è il tango «trasformato» e diventato pure musica da camera) e c'è il tango che si può «ballare ogni giorno, ogni sera, in ogni momento», dicono i tangueros nostrani. E i posti senza troppi sforzi si trovano.

Le sale per dirne una, in città non mancano. Non di rado con la bella stagione nelle piazze minori spuntano i più entusiasti che non si fanno problemi a danzare sotto la luna davanti ai passanti della sera.

Poi i personaggi: a Milano abita Miguel Angel Zotto, eletto tra i tre più grandi ballerini di tango di tutti i tempi. Questo per dire, confermare che rapporto ha la città con questa danza e genere musicale. Insomma Buenos Aires chiama e Milano al suono delle danze risponde.

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