Unioni civili, ora i cattolici Pd minacciano di votare contro

Unioni civili, ora i cattolici Pd minacciano di votare contro

Il centrosinistra è rosso d'imbarazzo. Il sindaco Pisapia aveva definito il registro delle coppie di fatto una priorità. Per evitare che slittasse a settembre ha costretto i consigli di zona a riunirsi nel giro di una settimana per votare ad occhi chiusi il parere alla delibera licenziata dalla commissione comunale solo a luglio inoltrato, ma ora sta infilando l'ultima (forse) figuraccia prima dello stop per le ferie. Quello iniziato lunedì in aula a Palazzo Marino è un brutto show per la sua coalizione, che porterà a casa il via libera al provvedimento giovedì a costo di fare notte inoltrata (la seduta è convocata a oltranza, ieri alla seconda puntata la discussione sui 75 emendamenti è iniziata solo alle 20). E stanno emergendo mai come in questo caso mal di pancia e le distanze di pensiero nella maggioranza. Ieri giornata convulsa intorno all'idea di sganciare il termine di «famiglia anagrafica» dal testo del regolamento, una condizione dei laici del Pdl per votare almeno in quattro la delibera. D'accordo sinistra, Sel e Pd. Tutti i Democratici, almeno fino a lunedì sera. «Rafforza anche il valore del registro - ha ammesso la consigliera Pd Marilisa D'Amico che ha scritto la delibera con la collega Anita Sonego (Sinistra x Pisapia) -, di fatto vuol dire creare un registro comunale ad hoc, come a Torino, dedicato alle coppie di fatto e omosessuali, sarà gestito da un ufficio apposito all'interno del Comune». Un registro comunale staccato dall'Anagrafe. Ma ora, dopo le polemiche sollevate dalla Curia, che i cattolici hanno rialzato la testa e sono arrivati a minacciare ieri non più l'astensione, ma il voto contrario alla delibera. Perchè, spiega il Pd Andrea Fanzago, «avere un registro vero e proprio, diverso da quello anagrafico nazionale già ampiamente applicato dal Comune di Milano dove si dovrebbe regolare megli il caso delle convivenze, vuol dire andare oltre». Cioè? «Aprire la strada magari ad alter cose, come le nozze nell'ufficio dove si andrà a ritirare l'attestato». Apriti cielo. La capogruppo Pd Carmela Rozza cerca di trovare una soluzione «democristiana» passando dai banchi del Pdl a Sel all'ala cattolica. «Serve un registro apposito o si continuerà a fare confusione tra quelle che devono essere riconosciute come coppie, anche gay, e i vari insiemi di persone che risultato conviventi all'anagrafe solo perchè condividono la casa» insiste il coordinatore Pdl Gallera, uno dei 4 che voteranno sì. «Lavoriamo per una soluzione condivisa ma non ci sono ordini di partito, abbiamo lasciato liberta di coscienza, ma non sarà un dramma se i cattolici voteranno contro» sostiene la Rozza. Non un dramma ma uno smacco per il sindaco, che lunedì ammetteva qualche astensione in maggioranza, «l'importante è che non ci sia dissenso». La mediazione potrebbe arrivare nella cancellazione del riferimento alla «famiglia anagrafica» ma mantenendo il riferimento alla legge che la disciplina. Si vedrà, restano 48 ore prima del voto.
Il capogruppo Pdl Carlo Masseroli che guida la fronda dei contrari sottolinea come «si conferma sempre più l'inutilità del registro». Non sono neanche ammissibili gli emendamenti che provano a regolare la cancellazione dal registro, basta cambiare indirizzo.

Tra i suoi 21 emendamenti il leghista Alessandro Morelli ne ha depositato uno che chiede l'accesso al registro «solo ai cittadini italiani» e «solo alle coppie gay». Per evitare truffa al solo fine di accedere ai servizi del Comune riservati alle coppie sarà fissato un limite minimo di 6 mesi dalla iscrizione.

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