Urbanistica, schiaffo al Policlinico Il nuovo Pgt «cancella» 200 milioni

Urbanistica, schiaffo al Policlinico Il nuovo Pgt «cancella» 200 milioni

Il nuovo pgt mette in seria difficoltà la Fondazione Policlinico. Le stime fatte per la valorizzazione del patrimonio immobiliare, con cui i vertici di via Sforza contavano di finanziare il nuovo nosocomio, sono andate in fumo. I 200 milioni di euro - la quota che spetta all’Ospedale Maggiore - che si pensava di ricavare dalla vendita dei terreni nel Parco Sud e delle palazzine di pregio sparse in città, rischiano di diventare bruscolini.
Ironia della sorte e paradossi del piano di governo del territorio della giunta verde arancione: se per alcuni il Parco Agricolo Sud generano diritti volumetrici che possono essere goduti su quelle stesse aree, per altri diventano nulli. Così a differenza dei casi riportati sulle nostre pagine - quello di via Vaiano Valle dove potranno sorgere, sui 178mila mq di proprietà di Salvatore Ligresti, palazzine che per il vecchio piano sarebbero dovute nascere all’ex Macello o quello della quattrocentesca cascina Basmetto che sarà circondata da torri alte 7 piani, edificate in parte sulle risaie, per i terreni della Fondazione è esattamente l’opposto.
Nel nuovo documento infatti è stato cancellato l’indice dello 0,15 previsto dal vecchio: i terreni così non valgono nulla. Il problema è che gli uffici all’Urbanistica non hanno dato altre indicazioni, rimandando la questione al Piano di cintura di competenza provinciale. Peccato che il documento al momento non sia stato definito nè approvato. L’articolo 1.2.1 del documento di piano, che fissava appunto a 0,15 l’indice edificatorio (un indice che non avrebbe permesso la costruzione su terreni a destinazione agricola, ma che sarebbe potuto essere scambiato in base al principio di perequazione) è stato cancellato. E il punto 1.2.2 rimanda ai piani di cintura urbana: «gli interventi all’interno degli ambiti di trasformazione periurbana compresi nei piani di cintura urbana sono disciplinati dall’articolo 26 delle norme di attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale Agricolo sud Milano \».
Ecco allora che la Fondazione, che ha la fortuna o la sfortuna di possedere oltre un milione di metri quadri di terreni nel parco e che contava di far fruttare in funzione della riqualificazione dell’ospedale si trova con le mani legate, a data da destinarsi. Le osservazioni presentate, che chiedevano addirittura l’aumento dell’indice edificatorio da 0,15 a 0,20 sono state respinte.
Allo stesso modo sono cadute nel nulla le osservazioni che riguardavano le palazzine di via Melzi d’Eril 40, via San Martino 15 (Corso Italia), via Palazzi 24 (Buenos Aires) e viale Certosa 297. L osservazioni chiedevano per gli edifici ottocenteschi lo stralcio dell’immobile «da quelli con valore estetico culturale ambientale al fine di favorire l’utilizzo dei diritti edificatori perequativi». Osservazioni «non accolte», ma non per il valore storico artistico dell’edificio, quanto «perché facente parte del tessuto risalente alla seconda metà dell’Ottocento». Per via San Martino, addirittura «la Soprintendenza ha valutato di “non interesse” culturale il fabbricato». La richiesta, per viale Certosa, di potere costruire fino all’altezza massima dell’edificio adiacente è stata accolta parzialmente, «ma la proposta di modifica - si legge nella nota - genera ulteriori dubbi».


In seria difficoltà la Fondazione il 22 marzo ha scritto a sindaco, assessore e capigruppo ricordando «come l’adozione del pgt rappresenti un’occasione unica per valorizzare il proprio patrimonio, che non segue scopi lucrativi o speculativi, ma esclusivamente l’intento di trarre risorse utili e necessarie per garantire la continuità e potenziare i servizi. La valorizzazione è infatti destinata in larga misura al finanziamento della riqualificazione del polo sanitario».

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