«Uscii con Martina Poi in macchina tentò di evirarmi»

Il giovane che ebbe una relazione con la bocconiana: «Mi disse che voleva sfogarsi perché era stata tradita»

È un nuovo racconto di orrore, violenza e follia. «Quando l'ho conosciuta, Martina sembrava una ragazza normale, che voleva soltanto divertirsi, mi ha pressato molto per incontrarmi nuovamente e poi si è rivelata per quello che era». Inizia così - fuori dall'aula del tribunale in cui è in corso il processo - il ricordo di Antonio Margarito, lo studente dell'Università Cattolica che nel maggio del 2014 incontrò la bocconiana Martina Levato, con la quale aveva avuto una breve «storia» l'estate precedente. E che quella sera, spiega il ragazzo, tentò di evirarlo.

Margarito, parte civile nel processo in cui è imputato il broker Alexander Boettcher (l'altra metà della «coppia diabolica»), ha spiegato di aver conosciuto Martina a Milano, tramite amicizie comuni, e poi di averla incontrata nuovamente nel corso di una vacanza in Salento nell'estate 2013. «Siamo stati insieme quei giorni, lei sembrava una ragazza che voleva soltanto divertirsi», ha detto lo studente. Tanto che dopo quell'avventura estiva lei gli aveva anche mandato un messaggio dicendogli che era stata «bene» con lui. Poi la ragazza, sempre stando al racconto di Margarito, l'avrebbe «pressato molto» per incontrarlo ancora una volta, cosa che avvenne in centro a Milano nel maggio del 2014. E quella sera la ragazza, mentre erano in macchina, avrebbe tirato fuori un coltello tentando di evirarlo e poi accusandolo anche di violenza sessuale. «Quella sera lei mi aveva detto che voleva sfogarsi, perché era stata tradita dal suo uomo e io aveva deciso di incontrarla», ha spiegato il giovane. Una versione che sembra collimare con quanto emerso dalle indagini, secondo cui Levato avrebbe aggredito i ragazzi con cui aveva avuto relazioni come per una sorta di «atto purificatorio», pianificando le azioni con il suo amante, il broker Boettcher.

E proprio Boettcher, ieri, era in aula (con lui anche la madre e alcuni parenti) per la prima udienza del processo «bis» alla coppia dell'acido, che lo vede imputato davanti all'undicesima sezione penale, mentre Martina e il presunto complice Andrea Magnani saranno processati con rito abbreviato a settembre. I giudici hanno ammesso come parti civili Stefano Savi (lo studente universitario di 25 anni sfregiato con l'acido per uno scambio di persona il 2 novembre scorso) accogliendo la richiesta dai legali della vittima di quantificare i danni subiti in 3 milioni di euro (cifra sequestrata a Boettcher), Antonio Margarito, e Giuliano Carparelli, il giovane fotografo che riuscì a schivare un lancio di acido a metà novembre scorso.

Ammessa dai giudici anche la costituzione di parte civile della Asl per le cure all'ospedale Niguarda a Savi. «Giorno per giorno andiamo avanti - ha spiegato il padre del ragazzo -, ma Stefano non è ancora tornato a una vita normale».

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