È tutto pronto, mancano solo le dosi necessarie e forse la certezza che tutti facciano la loro parte. Questo è lo stato d'animo a Palazzo Lombardia, a dieci giorni dall'inizio della campagna vaccinale di massa. In questo fine settimana sono circa 700 gli uomini della Protezione Civile impegnati nei centri vaccinali ogni giorno. «Si tratta di volontari che gratuitamente dedicano il loro tempo alla collettività anche nei giorni delle festività pasquali» fa notare l'assessore regionale alla Protezione civile, Pietro Foroni.
E proprio quest'impegno spinge l'assessore a tornare con chiarezza sul tema delle forze a disposizione. «Rappresento un mondo di volontariato e protezione civile - osserva Foroni - l'organizzazione e la copertura dei centri c'è già, ma purtroppo con una ridottissima presenza di medici di medicina generale. Il personale c'è ma con la loro presenza si potrebbe accelerare». In Regione si stima che, fra questi, uno su due non stia dando il contributo che potrebbe.
Il governatore Attilio Fontana ha evocato il sanitari in generale. Lo ha fatto con «un richiamo alla nostra sanità - la sua dichiarazione - ai medici e agli infermieri e ai volontari che da un anno stanno dando risposta alle tante, troppe richieste di aiuto che arrivano dai cittadini». «Sono giustamente stanchi ed esausti da un punto di vista fisico e psicologico - ha premesso - a loro però chiedo di fare un ultimo sforzo per consentire che si concluda la campagna di vaccinazione», strumento «con cui riusciremo finalmente a sconfiggere il virus e a toglierci da questo incubo». Ne ha parlato, Fontana, alla inaugurazione dell'hub vaccinale di Varese, intitolato a Giuseppe Zamberletti, varesino, ministro e inventore della Protezione civile nazionale.
Il piano vaccinale contempla a regime 76 centri e mille linee vaccinali. La Regione calcola che ogni medico esegua 70-80 somministrazioni al giorno. I conti sono presto fatti: un maggior apporto dei medici è decisivo. E al momento risulta che molti non aderiscano. «Si stima più della metà - dice Foroni - poi dipende da zona a zona, nelle province e nelle zone montane l'adesione è più alta, nelle città è più bassa. Ci sono realtà in cui si sono messi tutti a disposizione, ma in generale non basta. Prima dicevano che non esistevano tutte le necessarie tutele. Ora non ci sono più alibi. Ora c'è il decreto, e prevede lo scudo, giusto e sacrosanto, che esenta per l'omicidio colposo e le lesioni colpose. C'è anche l'accordo nazionale che riconosce una retribuzione per ogni vaccinazione eseguita». «Io - spiega Foroni - rappresento in mondo di 700 volontari che a Pasqua mettono a disposizione senza prendere un euro. La Regione ha programmato una vaccinazione di massa in base alle dosi disponibili, nei centri e nelle aziende, se ci daranno il via libera.
La logica è farne il più possibile nel minor tempo possibile, ma con più forze potremmo anche prolungare l'orario. Per questo insisto affinché in fase di conversione del decreto si inserisca una norma che dia ai prefetti il potere di precettazione nel casi in cui manchi personale. Non ci sono più alibi».
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