Effetto AstraZeneca. Fino a prova contraria, il vaccino anglo-svedese resta sicuro e quindi utilizzato ampiamente in Italia e in Lombardia. Però, il gran parlare che si è fatto di reazioni avverse ha determinato un effetto collaterale: l'aumento dei dubbi e un certo numero di rinunce.
I primi si traducono in domande, mentre sui rifiuti ieri a Palazzo Lombardia si è aperto un piccolo giallo, con dati sensibilmente diversi forniti nel giro di poche ore dal direttore generale del Welfare, Giovanni Pavesi, e dall'assessore Letizia Moratti, che ha ridimensionato l'allarme, parlando di dati «rinunce irrisorie».
«Il tema del rifiuto del vaccino AstraZeneca è difficile» ha premesso Pavesi, rispondendo alle domande in commissione Sanità. Rassicurando, ha ricordato che «ci sono milioni di europei che si sono vaccinati con Astrazeneca e questo non ha provocato alcun tipo di rebound» ma poi ha dato una risposta che ha fatto discutere, quantificando i rifiuti: «Fino a ieri - ha precisato - abbiamo rilevato un 15% di popolazione che aveva prenotato il vaccino e che essendo AstraZeneca lo ha rifiutato. Però abbiamo la sensazione che sia una percentuale in crescita».
Un quadro inquietante per gli equilibri della campagna vaccinale appena messa a punto con scadenze e obiettivi ambiziosi. Poco dopo, però, è stata direttamente Letizia Moratti, assessore al Welfare, a fornire un quadro più rassicurante. «Le rinunce a vaccinarsi con AstraZeneca in Lombardia sono irrisorie - ha garantito - piuttosto sono in aumento considerevole le domande di approfondimento e di spiegazione sul vaccino». «Nessun allarme-rinunce in Lombardia dunque per AstraZeneca - concluso Moratti - perché ad oggi è meno del 5% dei cittadini che sarebbero vaccinati con questo vaccino a rifiutare effettivamente la somministrazione. Una conferma della fiducia risposta nella scienza e nei medici da parte dei nostri concittadini che stanno aderendo in modo esemplare alla fase vaccinale volta a combattere e vincere la pandemia».
Buone notizie arrivano univocamente, invece, dal fronte delle prenotazioni. «Per quanto riguarda i settantenni (70-79 anni) - ha spiegato ancora Moratti - sul totale di 995.000 cittadini, al momento hanno prenotato la vaccinazione in 704.267, pari al 71% del totale. Da lunedì 12 aprile, in soli due giorni, ne abbiamo vaccinati più di 60mila».
Il fronte che resta critico è quello degli approvvigionamenti. Lo ha ribadito apertamente, ieri, il presidente della commissione Sanità, Emanuele Monti: «È evidente - ha detto - che i grandi assenti in questo momento sono i vaccini». Ora - ha calcolato «viaggiamo al disotto di 50mila vaccini al giorno mentre abbiamo la forza per triplicare le somministrazioni, grazie anche alla rete dei medici di medicina generale e alle strutture del privato accreditato». La Lombardia - secondo i dati forniti dal presidente - «è la sesta regione per numero di dosi consegnate per mille abitanti con 252,45 dosi per 1000 abitanti. La prima è l'Emilia-Romagna (289,75 dosi per 1000 abitanti) e la terza la Toscana (268,73 dosi per 1000 abitanti) che è la regione più in ritardo per il numero di dosi somministrate.
Se la Lombardia, in quanto regione più popolosa, fosse anche quella con più dosi ricevute potremmo vaccinare molte più persone. Mancano all'appello, a causa di questo inadeguato criterio di ripartizione, circa 370.000 dosi alla Lombardia. Ho chiesto a Pavesi di portare il tema in sede di commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni».
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