Effetto green pass. In due direzioni perché aumentano le vaccinazioni ma aumentano (e di molto) anche i cittadini che, da quando è scattato l'obbligo della certificazione per accedere al lavoro, chiedono il tampone. Le adesioni alla campagna vaccinale lombarda, in questi giorni hanno toccato il 90,4% della popolazione «vaccinabile» sopra i 12 anni (con un +0,4% di adesioni fatto segnare da lunedì scorso). E a questo dato, molto alto, corrisponde un livello di somministrazioni molto avanzato con il 90% di lombardi ormai vaccinato con almeno una dose e quasi l'88% dei cittadini vaccinato con il ciclo completo. Nell'ultima settimana, le adesioni hanno mantenuto una media di poco superiore alle 7mila nuove registrazioni quotidiane con circa 24mila somministrazioni giornaliere.
Ma cifre in aumento esponenziale si registrano anche per quanto riguarda i tamponi che, nelle farmacie della regione, la scorsa settimana sono stati 218mila (su 1.400 esercizi) e venerdì hanno raggiunto il dato record di oltre 100mila. «In farmacia abbiamo avuto un picco di tamponi a giugno con l'apertura dei ristoranti, poi ne abbiamo avuto un altro alla riapertura delle scuole, e adesso viviamo questo che è naturalmente il picco più importante - spiega all'Adnkronos Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia -. Anche ieri nella nostra farmacia ne abbiamo fatti tantissimi ma a eseguirli eravamo in 4 invece che in 2, ci siamo organizzati e questa mattina ho visto che nessuno chiedeva niente di speciale. Sicuramente c'è un maggiore impegno, ma le farmacie hanno fronteggiato bene la situazione anche perché ci sono abituate».
Un'emergenza che ormai continua da quando è scoppiata la pandemia: «Ci è sempre capitato di avere dei momenti di grande lavoro - continua Racca -. Ricordo le influenze di tanti anni fa, o il Covid nei primi mesi, quando tutto era chiuso tranne le farmacie. Ora un nuovo impegno importante, ma va tutto bene. Come sempre le farmacie danno prova di essere il primo presidio sanitario, di poter dare tutte le risposte a tutte le domande. In genere si prende la prenotazione, ma non abbiamo mandato indietro nessuno perché erano giorni troppo importanti».
Intanto si continua a discutere sulla gratuità o meno dei tamponi. «È giusto che il tampone Covid ai fini dell'ottenimento del Green pass non sia gratuito - spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all'università Statale di Milano -. È corretto che sia così per dare una spinta ulteriore alla vaccinazione che è la vera via per uscire dall'emergenza. La scelta è politica, ma come cittadino dico che, rispetto al risultato atteso in termini di sanità pubblica, il Governo fa bene a tenere la barra dritta». «È stata sopravvalutata la dimensione di un dissenso - continua Pregliasco - che non dico sia giusto, ma è comprensibile perché, a parte un piccolissimo numero di persone ideologicamente disadattate o che comunque sollecitano disastri e li mettono in atto, riguarda persone che sono rimaste disorientate dall'approccio vaccinale o meglio da una comunicazione che ha reso questo approccio sempre più difficile da far capire. Non è facile parlare a tutti anche se credo che la grandissima maggioranza degli italiani è stata responsabile e ha preso atto della convenienza di uno strumento come il Green pass che credo non possa far altro che convincere una quota ulteriore a vaccinarsi, anche se rimarrà uno zoccolo duro di non immunizzati». Qualche distinguo su tampone a pagamento sì o no, ai fini dell'ottenimento del Greenpass lo fa invece la microbiologa Maria Rita Gismondo: «Credo che il tampone a pagamento sia giusto per la sanità pubblica - spiega la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco - perché visto che c'è un'offerta gratuita del vaccino anti-Covid chi fa una scelta diversa ovviamente deve assumersene le responsabilità. Ben diverso è invece il caso dei datori di lavoro che il tampone lo offrono gratuitamente e che secondo me sono datori di lavoro encomiabili».
E infine i dati della pandemia che, fortunatamente, continuano a calare. Ieri in Lombardia non si è registrata nessuna vittima. I nuovi casi sono stati 432 a fronte di 106.
211 tamponi, con una percentuale di positività dello 0,4% contro lo 0,2% del giorno precedente. I ricoveri diminuiscono di 10 unità a 287 nei reparti ordinari e in terapia intensiva restano 55 pazienti (-1) e nessun nuovo ingresso.
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