Martina Carnovale
Sono 300 su 31mila i bambini che ad oggi mancano all'appello perché, pur essendo iscritti, non si sono ancora presentati nei nidi o nelle scuole dell'infanzia comunali, non chiarendo di conseguenza la loro situazione vaccinale. Anche per loro Palazzo Marino sta pagando una retta senza che il posto venga di fatto occupato, mentre diversi bimbi attendono nelle graduatorie di potersi iscrivere.
Il tema è stato affrontato ieri dal vicesindaco Anna Scavuzzo durante la seduta congiunta delle commissioni Politiche sociali ed Educazione riunite per discutere della situazione milanese a fronte dell'introduzione dell'obbligo vaccinale per l'accesso a scuola. «Abbiamo formulato un quesito al ministero - ha spiegato Scavuzzo - anche perché dobbiamo anche capire chi si deve far carico della spesa relativa al mantenimento di quei posti, che si tratti di una struttura del comune o di un posto acquistato sul mercato privato» che costa circa 600 euro al mese. Il comune è tenuto a riservare il posto agli iscritti per un mese. La scadenza per i 300 «assenteisti» è dunque fissata per il 5 ottobre, data oltre la quale chi non si presenta perderà il diritto. C'è anche chi è stato già colpito dai provvedimenti di esclusione: «dal 12 al 13 settembre - ha chiarito Scavuzzo - i provvedimenti di esclusione adottati sono stati 30. Di questi 25 hanno regolarizzato la loro posizione». I numeri, però, non si possono ancora dire definitivi perché fino al 20 ottobre ci saranno o ci sono già stati altri 1440 inserimenti. Alle famiglie dei 1200 bambini inseriti dal 12 al 21 settembre e dei 240 che si prevede di inserire fino a metà ottobre, sarà infatti concessa una proroga per la produzione delle certificazioni necessarie. Nel frattempo, «sono stati circa 1150 coloro che hanno presentato la ricevuta di una prenotazione effettuata per fare il vaccino e 13 i casi di esonero o di differimento per motivi di salute», ha aggiunto il vicesindaco.
Cinquantaquattro sono invece quelli che hanno ritirato l'iscrizione del proprio figlio di loro spontanea volontà e di questi solo uno ha dichiarato esplicitamente la contrarietà all'obbligo vaccinale. Lo sostiene il capogruppo della Lega Nord Alessandro Morelli che ha già dichiarato che non farà fare a suo figlio alcuni dei vaccini imposti dalla legge perché «preferisco comprarmi la libertà con 500 euro»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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