L'orgoglio di essere l'unica società milanese femminile a disputare un massimo campionato italiano, ma anche le molte difficolta che questo comporta. La stagione di Serie A1 della pallanuoto rosa ha visto al via anche la NC Milano, che dopo il sesto posto dell'anno scorso rilancia le sue ambizioni: «Come primo anno in A1 non è stato un risultato da buttare». Il presidente Walter Vucenovich ci crede molto in quello che fa, al netto di tutti i problemi che una città come Milano offre.
Presidente, cosa vuol dire fare sport a Milano per una società che disputa una serie nazionale al femminile?
«Grande impegno, stacanovismo e, purtroppo, combattere contro una carenza di impianti che colpisce tutti gli sport in modo trasversale. Ma in particolare il nuoto e la pallanuoto».
Che tipo di problemi?
«Strutturali soprattutto. L'anno scorso abbiamo giocato al centro Saini, dove l'ambiente non era certamente dei migliori. Ad esempio, pioveva dentro l'impianto, giusto per citarne solo uno. Quest'anno, grazie alla collaborazione di MilanoSport, avremo la possibilità di disputare le partite interne alla piscina Cozzi. Anche lì abbiamo chiuso la pratica di agibilità da poco, perché la capienza degli spettatori può essere al massimo di 200. E noi siamo al limite».
Questo un po' vi obbliga a rimanere chiusi in voi stessi...
«Speravamo in una maggiore visibilità, per cercare di dare maggiori spazi ai nostri sponsor. Dobbiamo invece fermarci un attimo nella promozione».
In questo momento, a livello di spettatori, qual è la media di una vostra partita?
«Abbiamo fatto circa 240-250 spettatori il primo anno. E purtroppo gli sponsor, che sono il nostro motore, sono sempre stati un po' tagliati fuori. Visto che stiamo spendendo molto, speriamo di fare anche qualcosina in più».
Che cosa manca secondo lei al movimento della pallanuoto italiano, e nel dettaglio milanese, per riscuotere più visibilità?
«Gli spazi per allenarsi: comincia a diventare un problema che ragazzini di dodici anni si allenino dalle 20 alle 22. Alla Mecenate, piscina della federazione, mancano una vasca di riscaldamento e servizi, senza dimenticare i problemi di acustica e temperatura. È un impianto che ha 60 anni».
Per il futuro della NC Milano, cosa dobbiamo aspettarci?
«Abbiamo potenziato la squadra e confidiamo di migliorare il piazzamento dello scorso anno».
LT
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