"Verde Expo, accuse a Sala infondate"

Il sindaco prosciolto dall'imputazione di abuso d'ufficio: usò i poteri di commissario

"Verde Expo, accuse a Sala infondate"

Agì nella pienezza dei suoi poteri Beppe Sala quando, nel luglio 2013, assegnò senza gara alla Mantovani l'appalto per il verde di Expo. Perché oltre che amministratore delegato era anche commissario straordinario, e la sbrigativa procedura seguita dal futuro sindaco rientrava tra le norme straordinarie previste per portare a buon fine l'esposizione universale.

Sono queste, in sintesi, le argomentazioni che il 29 marzo scorso hanno portato il giudice preliminare Giovanna Campanile a prosciogliere Sala, respingendo la richiesta di rinvio a giudizio per abuso d'ufficio avanzata contro di lui dalla Procura generale. La Campanile ha depositato ieri le motivazioni di quella decisione, e sono motivazioni implicitamente severe verso l'operato della pubblica accusa, cui il giudice rimprovera di avere male interpretato le carte processuali: «Nessuna delle violazioni di legge indicate dall'accusa ha trovato conferma», scrive il giudice. E un processo a carico del sindaco sarebbe del tutto inutile, perché «nulla potrebbe aggiungere o immutare a queste conclusioni».

La vicenda è quella delle «forniture arboree» per il sito Expo, che inizialmente dovevano essere a carico di uno sponsor. Quando lo sponsor si tirò indietro, Sala scelse di conferire l'incarico alla Mantovani, l'impresa di costruzioni già vincitrice dell'appalto più cospicuo, quello per la «piastra». La Procura generale, che aveva avocato l'intero fascicolo Expo, per questo aveva accusato Sala dapprima di turbativa d'asta, cambiando poi l'accusa in abuso d'ufficio. Ma neanche questa accusa per il giudice sta in piedi. La Procura generale sosteneva che sopra i 200mila euro di valore andava fatta una gara, e l'importo del verde fu di 1,6 milioni. Ma il giudice fa presente che la legge nei «casi imprevisti» consente l'affidamento diretto dei lavori anche sopra i 200mila euro, a condizione che il loro valore non sia superiore al 50 per cento dell'appalto principale: requisito ampiamente rispettato.

Ora la Procura generale deciderà se fare ricorso.

Oggi, intanto, nuova udienza del processo per cui il sindaco invece è stato rinviato a giudizio, quello per la falsificazione di un verbale di nomina di una commissione Expo: verosimilmente il tribunale rinvierà tutto al 7 giugno, per riunirlo al troncone di altri imputati.

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