Una lettera e una nuova richiesta di incontro è stata inviata al ministro Dario Franceschini da Cgil e Cisl chiedendo di salvare l'orchestra Verdi che aspetta ancora i 4 milioni di euro del governo. «Se entro febbraio non arriverà il contributo pubblico - dice il segretario Filstel Cisl Silvio Belleni - non c'è la tenuta per pagare gli stipendi». Perché a fronte dei 3 milioni da ricevere ogni anno, al momento da Roma ne sarebbero arrivati solo 2 per il 2013 e nessuno per il 2014. Di qui la richiesta di una «cabina di regia di settore», aggiungendo che senza il contributo «a suo tempo concordato» è «a repentaglio la vita della Verdi e con essa 150 posti di lavoro a tempo indeterminato e altre 700 a tempo determinato». Il segretario Cgil Graziano Gorla chiede a Franceschini un «ragionamento di sistema perché dopo la Verdi arriverà qualcun altro: proviamo a darci un metodo, perché quello attuale non funziona». A difesa della Verdi anche i numeri che ne fanno la prima orchestra in Europa per produzioni, con 136 concerti nella sua sede. Seconda l'Accademia di Santa Cecilia con 103 e terzi i Berliner a 93. Senza considerare tournèe e altri spettacoli. E anche per il pubblico i numeri dicono che nel 2013 gli spettatori sono stati 147.183, mentre insieme tutte le istituzioni concertistiche (Ico) del Nord Italia non arrivano a 250mila. Più del 70 per cento delle entrate, ha ricordato Renato Zambelli (Cisl), viene da biglietteria ed entrate proprie come gli sponsor.
Di contributo pubblico riceve (o dovrebbe ricevere) 3,7 milioni, contro i 18 che vanno agli Ico del Nord. E con questi soldi, secondo un'indagine di Makno, la Verdi fra incassi, impatto indiretto e indotto, di euro ne ha prodotti 29 milioni e 553 mila.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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