Verdi tornano in aula con Fedrighini e insidiano il Pd

L'esponente che voleva bici blu e Area C entra al posto di Limonta. Caccia ai voti dei «gretini»

(...) promotore dei 5 Referendum ambientali che si tennero nel giorno delle Comunali 2011, quando il vento arancione trascinò Giuliano Pisapia e la sinistra al governo di Palazzo Marino. I quesiti incassarono cinque sì mentre Fedrighini, ricandidato con la lista dei Verdi, fu tra gli esclusi eccellenti. Nel 2016 ci riprovò con Milano Progressista e restò fuori, primo dei non eletti. Da allora si è occupato del Municipio 8 come assessore all'Ambiente, Verde pubblico, Mobilità. Ma grazie lui da gennaio i Verdi torneranno in consiglio comunale dopo nove anni, il sindaco Beppe Sala ha arruolato in giunta Paolo Limonta che lascia libero il banco per il più votato in lista d'attesa, il «Fedri». Un rientro che avviene, cme sottolinea la portavoce nazionale dei Verdi Elena Grandi «nel momento in cui l'emergenza climatica e ambientale rappresenta la priorità assoluta per la politica e per le sue future scelte. Esprimiamo la nostra grande soddisfazione». Un effetto a catena di cui avrà tenuto ben conto il sindaco, che da luglio ha introdotto per sè le deleghe alla Transizione ambientale, cita in non stop l'ambiente tra le priorità del 2020 e come l'unico tema per attrarre i giovani che scendono in piazza a fianco di Greta Thunberg e del movimento «Fridays for Future» ma stanno alla larga dai politici. Anche se un esponente green duro e puro in consiglio potrebbe causargli qualche problema al momento di votare progetti di sviluppo urbanistici, e Fedrighini è tra quelli che sostengono che la ristrutturazione del Meazza è ancora possibile.

Non farà i salti di gioia invece Carlo Monguzzi, l'ambientalista del Pd - e

più in generale il partito - che ad oggi ha potuto coccolare da solo i «gretini». E in vista del voto del 2021, dovrà rassegnarsi a un derby in aula con il neo collega per conquistare visibilità e voti ai dem.

Chiara Campo

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