La baraccopoli cinese della vergogna: cosa accade a Milano

Ancora una vergognosa denuncia di degrado sociale a Milano da parte di Silvia Sardone dalla baraccopoli cinese di Scalo Farini

La baraccopoli cinese della vergogna: cosa accade a Milano

Basta fare qualche passo, nemmeno troppi, al di fuori del centro di Milano per capire il degrado che la avvolge. Scalo Farini è un'area situata nei pressi del cimitero monumentale di Milano, poco distante dai centralissimi quartieri Isola e Garibaldi. Qui, Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega, ha effettuato un sopralluogo e ha scoperto un'altra area fortemente degrata, che sebbene sia nei piani del comune riqualificare, al momento versa in condizioni non adeguate.

Quel che ha visto il consigliere è vergognoso: "Ho svolto un sopralluogo all’interno dello scalo Farini di cui l’amministrazione Sala si vanta spesso per la futura riqualificazione, dimenticandosi però il presente. Oltre i binari, a ridosso degli edifici dismessi c’è una grande baraccopoli abusiva popolata da cittadini di nazionalità cinese con bambini al seguito costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie pessime".

E non sembra nemmeno essere qualcosa di facile sgombero, visto che Silvia Sardone ha visto che "nuove baracche sono in costruzione proprio in questi giorni e gli stessi abitanti mi hanno riferito che gli assistenti sociali del Comune non si sono mai visti: questa è l’integrazione che piace a sinistra?"

Questa è solo una delle tante situazioni al limite di Milano. Qui, vista forse anche la vicinanza con Chinatown dove lavorano tantissimi asiatici residenti in città, si sono insediati prevalentemente cittadini cinesi e la comunità di Scalo Farini sembra destinata a crescere. "Persino all’interno di alcune strutture a ridosso degli uffici dei ferrovieri si sono insediati altri cinesi, visibilmente sotto l’effetto di droghe pesanti: vivono in pochissimi metri quadrati. E anche la palazzina che si trova al di là della ferrovia è occupata abusivamente da altri cinesi che mi hanno riferito essere lì da 5 anni", ha spiegato Silvia Sardone.

L'europarlamentare, quindi, si pone una domanda lecita: "Com’è possibile che il Comune non sappia nulla di questa città nella città molto organizzata che si sta ingrandendo sempre di più? Come al solito il sindaco e la sua giunta preferiscono nascondere la sabbia sotto il tappeto e tutto ciò è che è lontano dai riflettori per loro non conta".

Ma Silvia Sardone aggiunge un altro dettaglio a un quadro già molto degradante per Milano: "Anche l’enorme edificio dove qualche anno fa proprio il Pd organizzò la Festa dell’Unità risulta occupato abusivamente da altri extracomunitari marocchini e senegalesi. A ridosso di questo edificio ho trovato cumuli di scheletri di oggetti, probabilmente refurtiva da rivendere. A fare da sfondo a questo scenario da terzo mondo ci sono il Bosco Verticale e i grattacieli di piazza Gae Aulenti: questa è la dimostrazione del fallimento delle politiche di sinistra che solo a parole si dimostra solidale e impegnata socialmente, mentre nei fatti se ne frega altamente e pensa solo a trasmettere una fotografia di città che non corrisponde assolutamente alla realtà".

Silvia Sardone, quindi, si augura che il Comune di Milano proceda rapidamente allo sgombero "e verifichi la posizione dei circa 50 residenti. Una città che si professa internazionale come la nostra non può avere sul territorio situazioni di degrado e disagio sociale così estreme".

Anche il consigliere municipale in fora Lega, Stefano Pavesi, ha commentato quanto denunciato da Silvia Sardone: "Il sindaco Sala parla

spesso di Milano da sogno ma per molti vivere in questa città è un incubo. Le immagini sono emblematiche: la Milano della sinistra è un disastro in molte zone e la giunta non si preoccupa minimamente di intervenire".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica