Veronesi si schiera a sorpresa Ora appoggia il centrodestra

Umberto Veronesi e Vittorio Dotti, il professore e l'avvocato. Due milanesi doc, due figure diverse: da una parte l'oncologo di fama, il luminare della lotta al cancro diventato l'immagine dell'eccellenza italiana nella ricerca scientifica, ma soprattutto la speranza che battere il male si può. Dall'altra il civilista folgorato da Silvio Berlusconi seguito come un'ombra prima nel lavoro per Fininvest (lui da Milano, mentre a Roma lavorava Cesare Previti) e poi nella discesa in politica. Quella della Forza Italia del '94, roba rimasta nei libri di storia all'inizio di un ventennio che ha comunque segnato il destino del Paese.
Strade diverse quelle dei due che adesso si scambiano casacca in questi strani giorni di campagna elettorale in cui si scopre che i magistrati e i giornalisti smaniano per fare i politici, i politici di sinistra diventano banchieri (ma da bancarotta) e i politici s'inventano capitani d'industria. E allora il professore appoggia un candidato del centrodestra e l'ex berlusconiano di ferro la corsa della sinistra di Umberto Ambrosoli. Perché la firma di Dotti appare in calce all'appello pubblicato sulle pagine milanesi del Corriere, mentre la borghesissima Ilaria Borletti Buitoni (con un altro capovolgimento di sintassi politica) sceglie Repubblica per la pubblicità a tutta figura in cui chiede di votare per la lista Monti. Dotti, dunque, nella squadra degli «Avvocati per Ambrosoli», perché lui è «una persona di grande livello morale e ineccepibile storia professionale». Lontani i tempi in cui Berlusconi lo fece presidente dei deputati di Fi, vicepresidente della Camera e quindi capogruppo. Certo di mezzo ci si mise la femme, quella Stefania Ariosto che combinò un gran bel pasticcio. E così ecco oggi l'avvocato pronto a spingere la corsa di Ambrosoli.
Tutt'altra scelta quella di Veronesi che pure qui a Milano con la sinistra ha flirtato a lungo, tanto che nel 2008 fu fatto diventare senatore dal Pd. Ma anche ai tempi di scegliere il candidato sindaco, il suo fu uno dei nomi che più piacevano a una sinistra sempre così sensibile alle inclinazioni dei salotti buoni. Poi scelsero il prefetto Bruno Ferrante e Letizia Moratti vinse facile. Oggi Veronesi è salito sul palco del teatro Dal Verme per dare il suo appoggio a Fabio Altitonante, l'assessore provinciale del Pdl che si candida in Regione. «Siamo amici da anni - ha spiegato - perché io lavoro in un istituto situato nel Parco Sud Milano e insieme a Fabio abbiamo sognato di creare un grande istituto di ricerca, un grande centro avanzatissimo che deve diventare il più importante d'Europa». Si parla del «Cerba», il gioiello della ricerca biomedica, un progetto che prevede un investimento in piattaforme tecnologiche medicali e di ricerca per 300 milioni di euro e un investimento immobiliare di 950. Un centro di ricerca da 3mila nuovi posti di lavoro, di cui mille per giovani ricercatori.

A dicembre il Comune di Pisapia fece di tutto per affossarlo, mentre al tavolo per l'accordo di programma Altitonante si alzò per difenderlo. Perché, ha detto Altitonante che ora ha messo il Cerba in testa al suo programma, «Veronesi è un patrimonio di tutti».

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