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Il vertice Pdl-Lega non basta: braccio di ferro sui candidati

La Lega Nord ribadisce che il miglior candidato in campo per il centrodestra è Roberto Maroni, il Pdl punta ancora sul tentativo di far convergere tutti sul nome di Gabriele Albertini. Possibilmente senza bisogno di passare per le primarie di coalizione a cui l'ex sindaco ha ripetuto ancora ieri di non aver nessuna di sottoporsi. È questo il risultato del vertice di ieri tra i segretari lombardi Matteo Salvini e Mario Mantovani che, accompagnato dalla sua vice Viviana Beccalossi, si sono incontrati per cercare di trovare un accordo.
«Abbiamo preso in esame programma, candidature, liste e possibile presidente - ha raccontato Mantovani al termine - Ora nei prossimi giorni incontreremo Albertini e poi la settimana prossima ci rivedremo con la Lega». Soddisfatta la Beccalossi che ha apprezzato il fatto che si discuta da «posizioni non cristallizzate». «Ogni chiacchierata è positiva - taglia corto Salvini - Ma per la Lega è prioritaria la scelta del candidato presidente, perché da questo discende tutto. Siamo sempre convinti che il migliore sia quello che vince. E chi vince è Roberto Maroni». Una posizione che rischia di perdurare in uno stallo difficile da sbloccare. «I problemi sono tutti del Pdl, noi siamo disponibili al confronto - assicura Salvini, aprendo ad eventuali primarie di coalizione - Noi per il 15 e 16 dicembre abbiamo già prenotato 2mila gazebo per una mega raccolta di firme come quella di ottobre sull'euro e le tasse dei lombardi che devono rimanere in Lombardia». Come a dire che se il Pdl vuole votare anche per il candidato presidente, la Lega è pronta. Ma Maroni scalpita e dopo l'invito a Berlusconi a fare presto (e i due potrebbero incontrarsi già in queste ore per parlare di Lombardia) parte oggi con la sua campagna elettorale che in una settimana toccherà sei province lombarde. Oggi a Brescia alle 17 il suo intervento agli stati generali degli amministratori organizzati dalla Lega. E nei prossimi giorni anche la presentazione della lista civica «per Maroni presidente», con non leghisti pescati tra imprenditoria, università, volontariato, partite Iva, esodati e sport. I requisiti? Esperienza e fedina penale pulita, perché Salvini con Mantovani ha condiviso la necessità di «elevare il livello qualitativo dei candidati». E per questo hanno concordato sulla necessità di un codice etico, sul limite dei mandati per rinnovare la classe dirigente e l'apertura alle liste civiche con facce nuove e bravi amministratori.
Albertini intanto, al videoforum di Repubblica tv, ha confermato che scenderà in campo e rivelato un sondaggio che lo vedrebbe al 31,7 per cento, contro il 30,9 di Ambrosoli e il 27% di Maroni. «Anche con Maroni da solo - ha osservato - qualcuno che dice che potremmo farcela c'è». Poi l'annuncio che il capolista del Movimento Lombardia civica (nuovo simbolo per evitare Lombardia civica che è già registrato), sarà il magistrato Stefano D'Ambruoso, il protagonista di importanti indagini sul terrorismo islamico e la moschea di viale Jenner.

Che si è detto onorato, ma ha ricordato che «faccio il magistrato, mancano quattro mesi alle elezioni e per me è necessaria ogni più approfondita riflessione». Poi Albertini ha annunciato che se non straccerà la tessera numero 216 del Pdl, alle primarie voterà per Angelino Alfano.

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