Cronaca locale

Viaggio nel castello di Vezio tra sentieri, falchi e leggende

Basta un'ora di auto da Milano per scoprire i «tesori» del Lario. Gli itinerari per sentirsi ancora in vacanza

Viaggio nel castello di Vezio tra sentieri, falchi e leggende

Gli ultimi fantasmi sono arrivati da un mese e promettono di restare finché il meteo lo consentirà. Bianchi, come conviene al ruolo, stanno appollaiati sulle balaustre a picco sul lago, ma non disdegnano nemmeno le panchine, all'ombra degli ulivi tanto rinomati di questo scampolo di Lario. Sono lì dove li hanno «lasciati» i visitatori che, ogni anno, si prestano per donare forme e sembianze a questi silenziosi abitanti del castello di Vezio, a mezz'ora di auto o treno da Lecco, un'ora da Milano. Quando il gesso si scioglie, si provvede a ricrearli e turisti e passanti sono invitati a posare, eternandosi come fantasmi di un'opera in gesso e fantasia. Questa è solo una delle sorprese del castello.

Benvenuti su quel ramo del lago di Como, quello super-manzoniano, scavato da orridi e canyon che scendono, con fiumi anche impetuosi, da Valsassina, Legnone e Grigne per poi inchinarsi ai placidi golfi dell'acqua di lago. Il borgo di Varenna accoglie con la sua passeggiata sospesa sul lago, ma invita ad infilarsi anche fra i suoi boschi lungo il sentiero del Viandante che, in 20 minuti di cammino di salita conduce a Perledo, un piccolo borgo sospeso nel tempo, a strapiombo sulla gola scavata dal torrente Esino.

Qui si trova ancora un ristoro ricavato nella pietra e fra i salti del fiume: polenta, salamelle e robusti piatti locali oggi accolgono turisti e hiker al Crott del Pepott (www.crottdelpepott.it), ma nei secoli era questa la via privilegiata per calare su Milano e la pianura e di guai ne sono arrivati tanti. Predoni, briganti, lanzichenecchi: serviva insomma, un robusto castello a difesa di questi luoghi ameni. Così c'era una volta e c'è ancora Vezio, la rocca turrita dove non manca nulla per fare un salto nel Medioevo. Fantasmi ed inquilini famosissimi. Le origini del castello si perdono fra celti, liguri, forse perfino etruschi e perfino la guerra ha utilizzato le sue segrete dove passarono l'attesa e le trincee della linea Cadorna. Leggenda vuole, però, che sia stata Teodolinda, regina dei longobardi, a mettere le cose in chiaro e in ordine: trascorrendo qui gli ultimi anni di vita rinforzò merli e torrioni, regalando al piccolo borgo forme poetiche, fra la minuscola chiesa di san Martino, il petroso oratorio di sant' Antonio e pure uno dei cimiteri più piccoli d'Italia. Tutt'intorno c'è l'abbraccio dell'uliveto che, ogni autunno, contribuisce a metà della produzione della Dop dell'extravergine di oliva Laghi Lombardi. Frantoio tradizionale e molitura a mano, entro tre giorni dalla raccolta, garantiscono i produttori. Gli ulivi punteggiano la collina, ma Artù, se ricordasse come volare, preferirebbe i cipressi o i sempre verdi del bosco.

Tramontata l'era longobarda, è lui oggi l'inquilino più celebre di questo nido d'aquila: sguardo vispo e giallo, collo snodabile che non teme cervicale, è un gufo reale rimasto in cattività. Lui è il caposquadra, ma l'associazione turistica che gestisce il castello ha creato un centro di addestramento di rapaci diurni e notturni. Così, ogni settimana, quassù arrivano anche gli altri: domani alle 15 e l'8 settembre con un'intera giornata dedicata a rievocazioni medievali ci saranno anche Semola, un candido barbagianni, Parsifal la poiana e Tristan, un falco lanario che ama giocare con le correnti per organizzare le sue ardite planate.

Vezio, con l'ampio atrio fuori dalle mura è la loro casa. Varcato il ponte levatoio, la torre ospita un approfondimento sul mitico Lariosauro. Per qualcuno è la risposta laghée allo scozzese mostro di Loch Ness. Per la scienza è un rettile marino del Triassico medio che, in effetti, a Vezio sarebbe stato di casa ben prima delle pietre del castello e che oggi fra fantasmi di gesso, imperatrici illuminate, falchi e gufi costituisce una delle più vivaci corti del terzo millennio made in Lombardia (info www.castellodivezio.

it; ingresso 4 euro).

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