Viaggio nelle energie milanesi di Parisi

Cattaneo e Cesana, Albertini e Amicone, fino a Forte: molti centristi in cerca di casa

Viaggio nelle energie milanesi di Parisi

«È cresciuto rispetto alla prima convention milanese e mi sembra che vada nella direzione giusta, alternativa al Pd». È la frase conclusiva di Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale della Lombardia. Era partito da un timido «sono un osservatore», dichiarazione piuttosto diffusa tra coloro che meno ti aspettavi sabato scorso all'Hotel Ergife, teatro romano dai tempi dei tempi di storiche convention politiche.

Adesso l'Ergife ha ospitato «Energie per l'Italia», la creatura di Stefano Parisi che dai giorni di Megawatt, settembre a Milano, va in giro avventurosa per l'Italia a proporsi come «la quarta casa del centrodestra», come ha dichiarato di recente lui. Ma così siamo già nel campo delle alleanze per le politiche: futuro. Intralci per le amministrative di dopodomani non se ne vedono e questo significa già molto per la colonia ambrosiana di parisiani e loro potenziali alleati.

Il presente è chi è rimasto con Stefano Parisi tra i milanesi, il suo popolo ed entourage elettorale che l'aveva quasi eletto sindaco, dopo che l'hanno abbandonato alcuni degli entusiasti della prima ora, tra i quali il liberal Bruno Dapei e l'ex deputato di Forza Italia proveniente dalle file del partito liberale, Andrea Orsini. Parliamo di milanesi in senso lato, fino ai confini culturali e geografici della Lombardia, perché subito il personaggio Parisi aveva preso uno spazio che non si fermava alla sola città.

Eccoci al chi c'era all'Ergife e non solo per vedere l'effetto che fa. L'ex sindaco Gabriele Albertini, che di Parisi è un fan ancor prima del debutto politico: i due hanno lavorato insieme quando Albertini era primo cittadino e Parisi city manager e l'entusiasmo non è mai più finito. Nelle prime file Alberto Bombassei, fondatore della Brembo di Bergamo, già dirigente di Confindustria, eletto con Scelta civica e poi dimessosi dal partito in aperta polemica con le scelte politiche di Mario Monti.

Presente all'appello romano Luigi Amicone, consigliere comunale azzurro di area cattolica, Andrea Mascaretti e signora, dall'inizio vicini all'avventura politica dell'allora mister Chili, Manfredi Palmeri e Matteo Forte, a palazzo Marino con le liste civiche per Parisi (la prima più laica, la seconda di ispirazione cattolica). E poi Giancarlo Cesana, uno dei punti di riferimento di Comunione e liberazione, il formigoniano Paolo Del Nero, ex assessore provinciale, Stefano Pillitteri, area socialista, ex assessore comunale.

All'Ergife mancava il milanese dai confini larghi Maurizio Lupi, che aveva accompagnato Parisi a tanti appuntamenti ed era stato uno dei suoi grandi supporter in campagna elettorale. Così quella che era Milano popolare ma anche Udc di governo e standing romano è in fase attendista, dal momento che le ambizioni di Parisi pescano proprio nell'area centrista.

Accanto a Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale, ci sono Mauro Piazza, consigliere regionale di Lombardia popolare, così come il sottosegretario alle Riforme istituzionali e agli enti locali Daniele Nava, quella che fu Udc del Nord, tanto legati a Parisi da aver organizzato pullman da Lecco a Roma.

Ma c'è anche un consigliere regionale di Forza Italia come l'ex assessore al Commercio Alberto Cavalli. Questo per quel che riguarda la Regione Lombardia. Si può dire che il tema delle competizioni e delle alleanze diventa di sempre maggiore attualità. Anche per Palazzo Lombardia il voto si fa breve.

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