Vie d'acqua per Expo: ecco il piano B

Sarà presentato oggi pomeriggio in Regione il cosiddetto «piano B» delle Vie d'Acqua di Expo, ovvero il progetto alternativo al Canale sud contestato da comitati e cittadini e stralciato dal dossier. I venti giorni di tempo che Giuseppe Sala, commissario unico di Expo 2015 spa si era dato scadono lunedì, la società sta lottando contro il tempo per recuperare i quasi due mesi di ritardo accumulati sui cantieri. «Nel nuovo disegno la realizzazione dovrebbe limitarsi ad una pura opera idraulica che non interessa i parchi della corona urbana ovest - il comunicato della società del 25 febbraio - ma che sarà in grado comunque di garantire il flusso d'acqua verso la Darsena e di svolgere una funzione irrigua per il sistema agricolo milanese». Risultato? Si tratterà di un tubo sotterraneo, che porterà le acque reflue dal sito espositivo di Rho Pero alla Darsena. Le necessità idrauliche per cui era stato pensato il canale rimangono, nonostante le contestazioni. Attraverserà sì i parchi della cintura ovest, ovvero Trenno, Pertini e delle Cave, perché il tragitto deve rispettare le pendenze del terreno che da Garbagnate arriva al Naviglio Grande, ma non avrà alcun impatto perché scorrerà sotto terra. La via d'acque versione 3.0 sarà invisibile, e non creerà problemi nemmeno con i cantieri: i parchi non saranno toccati dai lavori perché per realizzarlo si ricorrerà a delle «talpe». Il «piano B» dovrebbe quindi risolvere i due problemi fondamentali: far defluire le acque dal sito Expo, irrigare i campi del Parco Agricolo Sud, cancellando ogni motivo di contestazione (almeno in teoria). E le ruspe che continuano a lavorare in via Castellanza? si chiedono i comitati. Si tratta dei lavori per il deviatore del fiume Olona, un'opera seguita dall'Autorità per il bacino del Po.
Con il piano B però «Milano perde un'opportunità» aveva detto il sindaco. Sì perché il tubo non costerà meno del canale, stimato sui 40 milioni di euro, anzi, così saranno cancellate le piste ciclabili, seppur in parte bocciate dal Ministero delle Infrastrutture, che avrebbero dovuto fiancheggiare la via d'acqua per oltre 20 km. Opere contestate da comitati e ambientalisti che non tollerano che nulla, anche se si tratta di piste ciclabili, attraversi i «loro» parchi. Così il parco di Trenno che d'estate è secco, rimarrà tale (il canale sud avrebbe dovuto irrigare i parchi della cintura Ovest). Il tubo porterà comunque acqua nei campi a Sud di Milano, in particolare nelle aree dove è maggiore il bisogno di acqua (Vettabbia e Ticinello), ma senza valorizzare i fontanili come prevedeva il concept originario (contestato da Italia Nostra Nord).


Anche se il piano B non è ancora stato svelato, i comitati «No canal» e «Cambia canale» continuano la lotta: ieri pomeriggio hanno organizzato una fiaccolata da piazza Scala alla sede di Expo in via Rovello. Domani sarà la volta del sopralluogo expo- critico di 80 parlamentari 5 stelle, capitanati dal guru Beppe Grillo.

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